• CRONACHE E MEMORIE ,,I . n v 1 a t o,, a Sud di Marco Cesarini Sforza Sono ormai sedici o diciassette anni che per conto di vari giornali viaggio nel Sud, a distanza di pochi mesi, spesso poche settimane, tra una gita e l'altra. A Sud andavo già prima della guerra. Ricordo quando vidi per la prima volta la Sicilia, verso il 1938. Un settimanale mi mandò a riferire sulla riforma fondiaria dell'agro di Caltanissetta avviata dal fascismo: era forse il mio primo « servizio » da inviato speciale. C'era ancora il feudo. La riforma consisteva nella costruzione di poche strade e case coloniche: tutto intorno c'era ancora quel gran mare giallo· e grigio di colline senza fine, un deserto assolato che non avevo mai visto, una campagna così diversa da quella che mi era familiare, della Toscana o dell'Emilia, che mi venne una specie di vertigine, un male fisico alla bocca dello stomaco. Bisogna considerare che avevo poco più di vent'anni. Vidi anche una donna, per una strada alla periferia di Caltanissetta, che camminava portando sotto il braccio una piccola bara lucida malamente avvolta in un foglio di giornale, col suo bel coperchio intagliato e le maniglie d'ottone. Mi dissero che le era morto un figlio e che andava a seppellirselo da sola. _ Queste immagini del Meridione non mi sono più uscite dalla testa, ancl1e se dopo, come si può ben immaginare, ho visto innumerevoli altri paesi, uomini e situazioni. Certi posti hanno cambiato volto, sono addirittura irriconoscibili. Un'altra cosa che non dimenticherò mai sono due giornate passate a Cerignola quando, nel '45 o nel '46, c'erano quelle improvvise fiammate dei contadini, folle nere che si lanciavano all'assalto dei municipi e delle caserme dei carabinieri, bruciavano i palazzi degli agrari e distruggevano gli oliveti. Ricordo che quando arrivai c'erano due morti stesi sulla piazza. Si chiamavano Onofrio Perrone e Domenico Angelino, adesso tutti li hanno dimenticati. Il commissario di P.S. Brienzo, anch'egli mezzo massacrato, l'avevano portato via pochi minuti prima. Il palazzo Cirillo stava bruciando. Fummo circondati da una folla che adesso, nella memoria, mi pare composta soltanto di femmine, gigantesche e urlanti. Presto restai isolato in mezzo a un cerchio frenetico di pianti e di gesti; insieme con l'onore110 \ Bibliotecaginobianco l
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