• Augusto Graziani industria potrà avere un coefficiente alto, e tuttavia essere largamente diffusa in tutto il territorio, se per combinazione alcune unità di quella industria si trovano ad essere localizzate nelle regioni agricole, rispetto alle quali di conseguenza la differenza fra percentuale di addetti a quell'industria e percentuale all'industria in generale risulta positiva· e assai -elevata. In queste condizioni, le speranze di ottenere risultati significativi dal coefficiente di concentrazione applicato all'Italia, sono piuttosto scarse. Il Sargant Florence, ideatore dell'indice, mostra di essere ben cosciente degli inconvenienti dello strumento da lui introdotto. Egli afferma ripetutamente che l'indice dovrebbe essere calcolato prendendo come base di raffronto non la distribuzione regionale degli addetti alla sola industria, bensì la distribuzione regionale di tutta la popolazione attiva (lnvestment, Location., and Size of Plant, Cambridge University Press, 1948, pag. 34), e dichiara di ?vere assunto come base la distribuzione regionale degli addetti alla sola industria unicamente per evitare di fare ricorso ·a.1 censimento inglese della popolazione che nel 1930 era basato su ripartizioni territoriali diverse da quelle del censimento dell'industria ( op . . cit., pag. 37). Ciò è convalidato dal fatto che lo stesso Sargant Florence, nel misurare il coefficiente di concentrazione relativo all'indi1stria statunitense, assume come base la distribuzione regionale dell'intera popolazione attiva; e questo viene da lui considerato come un ulteriore progresso ( « a further refinement », pag. 83), rispetto all'analisi dell'industria inglese. Del resto, egli stesso, nell'effettuare i calcoli relativi alla Gran Bretagna, pur limitando l'analisi alle· industrie manifatturiere, assume come base di confronto la distribuzione territoriale degli addetti a tutte le industrie indistintamente. Vien fatto di domandarsi perché il Bruni non abbia seguito le indicazioni del Sargant Florence e non abbia calcolato i suoi indici partendo dalla distribuzione regionale dell'intera popolazione attiva, cosa che il censimento italiano della popolazione gli avrebbe ben permesso di fare. Forse la risposta va ricercata nel desiderio, più volte manifestato nel corso della trattazione (cfr. quanto detto alle pagg. 2, 16 e 18), di applicare rigorosamente gli stessi metodi di calcolo applicati dal Sargant Florence all'industria britannica, al fine di ottenere risultati comparabili.. Rimane tuttavia oscuro in ossequio a quale criterio egli abbia assunto come base di raffronto addirittura la distribuzione regionale degli addetti alle sole industrie manif alturiere (cfr. pag. 27, e la Tab. 6 a pag. 28), discostandosi in tal modo dallo stesso Sargant Florence (che come si è visto si basa sugli addetti a tutte le attività industriali in genere), e riducendo ancor di più la significatività degli indici ottenuti. D'altro canto, l'attenzione scrupolosa che il Bruni ripone nel seguire rigorosamente il Sargant Florence, viene intaccata da almeno una grossa divergenza, che pone seriame11te in forse la comparabilità dei risultati raggiunti, sulla quale invece il Bruni sembra fare così largo affidamento. Il Sargant Florence, adattandosi necessariamente alle notizie fornite dal censimento inglese, esclude dall'analisi tutte le imprese che impieghino meno 108 Bibliotecaginobianco
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