partito di governo teme da un lato la crisi del monocolore F'anfani, ma dall'altro lato non disdegna di t1tilizzare questa sua debolezza stessa per vedere di ottenere l'impegno irrevocabile del PSI - e del cen~osinistra in genere - a sotto costo ». E aggiungeva: « Il modo adoperato da De Gasperi per ridimensionare il PSDI alle sue origini riviene costanten1ente alla mente dell'osservatore ». Questo, visto da Roma: una teorizzazio11e che può essere addebitata ai .massimi dirigenti democ1istiani. Ma, in periferia, la realtà è più scoperta, assai meno « politica ». In provincia, nel Mezzogiorno, il più modesto dirigente democristiano l1a imparato a stancare gli avversari e gli stessi amici, a durare a lungo in attesa di scoprire i lati deboli dello schieramento avversario su cui premere al mo1nento opportuno. Perciò questa volta si è perduto tanto tempo prima di costituire una qualsiasi cc giunta difficile » : percl1è ciò. che sembrava accettabile dall'opinione pubblica a pocl1i giorni dai risultati elettorali potesse essere logorato nell'attesa. Due, quattro, cinque e perfino sei mesi prirna di varare una giu11ta comunale o provinciale. Gli elettori stessi debbono capire che è difficile opporsi alla volo11tà di una forza· cl1e supera lo scl1ieramento politico comu11emente int_eso. Gli avversari debbono logorarsi. Nel frattempo possono succedere tante cose. Gli interessi degli enti locali possono ancl1e attenedere. Si pensi che i parlamentari, t1na volta eletti, non tardano ad insediarsi. Consiglieri comunali e provinciali no. Solo i prefetti potrebbero accelerare le cose, e non lo faranno mai quando la perdita di tempo è voluta dal partito di gover110. Questo è stato capito in tempo, invece, da alcuni esponenti della sinistra socialista. I quali, però, per le note ragioni polemiche di parte, l1anno ugualmente errato nel giudicare il voto meridionale e le prospettive post-elettorali. È stato detto che la stasi delle sinistre nel Sud (stasi pit1ttosto dei comunisti che non dei socia'listi) è stata cat1sata dal disorientamento dell'elettorato cli sinistra per la rottura di cc prospettiv~ unjtarie ». Subito dopo è stato, però, riconosciuto che « il Mezzogiorno sta cambiando », che le lotte per la terra son,o cessate, che « il problema della industrializzazione è stato affrontato (da sinistra) a volte con poca chiarezza di idee, spesso in modo disorganico » . C'è quindi una contraddizione fra le due tesi sopra riportate, e bis,ogna trovare - almeno da parte dei socia'listi - risposte diverse. Sempre per quanto riguarda certi intransigenti socialisti, il loro massimalismo ( « le g~unte si fanno a sinistra ») in relazione alla situaZÌO:Q~ meridionale denunzia una assai grave astrattezza politica. Non 76 Bibliotecaginobianco
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