Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

I • . ' •vimento turistico in Italia (testuale). Pensate che effetto una frase -del genere ha potuto suggerire nell'animo degli elettori di Matera! Si deve, però, riconoscere che Malagodi ha de11unciato il sottogoverno e il clientelismo democristiani (ma le cc gazzette » governative ••· · l1anno censurato questa· parte del discorso). Solo che il segretario libe .. raie non poteva dimenticare, come ha dimenticato, che il sottogoverno democristiano si è sviluppato magnificamente durante il periodo centrista. E non poteva ignorare che gli elettori meridionali conoscono per diretta esperienza quello che ha11no fatto i notabili liqerali nelle amministrazioni locali. Una novità nel discorso di Malagodi c'era: la ·polemica contro il MSI e il suo cc abbraccio mortale », che però non era ben compresa quaggiù, dove i liberali sono sempre stati d'accordo con tutta la destra, contro ogni possibile cc novità ». Il colpo di grazia · a certe timide speranze di rinnovamento per il ce11tro-sinistra, infine, il segretario liberale lo dava consigliando gli elettori a votare - se non per i liberali - per i socialdemocratici. Le conseguenze di tutte queste pressioni furono evide11ti n·elle settimane cl1e precedettero il 6 novembre. Quasi tutti gli espo11enti den10cristiani si comportarono come voleva il cc Corriere della Sera >> : parlarono di libertà, della scarpa agitata da Krusciov all'ONU, del pericolo comunista, e accennarono appena allo sviluppo industriale che sarebbe venuto, prima o poi, nel Mezzogiorno, specialmente se gli elettori avessero votato << bene ». Ma - e lo notava proprio in trna corrispondenza da una città meridionale un inviato speciale dello stesso cc Corriere della Sera >> - come avrebbe potuto cambiare strada, mutare alleanze, un personale dirigente che 110n era stato rinnovato in tempo? Questo era da tenere presente per prevedere ciò che sarebbe successo dopo la domenica elettorale. Questo è invece ciò che molti commentatori politici l1anno dimenticato nell'analizzare la situazione post-elettorale. Fatto il conto dei tanti casi di cc giunte difficili », gli osservatori ne deducevan·o che entro qualcl1e settimana la DC avrebbe dovt1to scegliere: o col PSI, o con i fascisti, o coprire l'Italia di commissari prefettizi. E invece, a conti fatti, si può rilevare che dopo il 6 novembre '60 il partito di governo ha eluso tutte le date e le scadenze, le scelte e i tempi che si supponevanò essere possibili. Ha notato ad un certo punto molto acutamente Aldo Garosci (in « Corriere Meridio11ale >> del 12 febbraio '61) che il travaglio delle « giunte difficili » proseguiva tra difficoltà estreme: « è ovvio che il 75 ipliotecaginobianco

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