Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

che - come questa· volta - ha minor peso sùll'elettorato, influisce abbastanza sui di1igenti della DC e sulla gerarchia ecclesiastica. Ancora una volta·, infatti, dal settore dell'estrema destra è ve11uto un grosso contributo propagandistico alla tesi della massima politicizzazione delle elezioni amministrative. Le cronache hanno registrato l'impostazione dell'estrema destra, volta unicamente ad impedire ogni « slittamento » della DC. Non è stato detto se eventuali alleanze della DC con formazioni della sinistra democratica fino ai socialisti, nei con1uni e nelle province, poteva essere un be11e o un male per questo o quell'ente, o in generale per le amministrazioni locali. Le destre, anche nelle province meridionali, per l'evidente tracollo dei monarchici, stavano male; ma non hanno rinunciato a presentarsi quasi ovunque co11l'unico tema di voler salvare la DC da amori pericolosi. Per i propagandisti dell'estrema destra, che scartan(} decisamente i temi « amministrativi », c'era unicamente la civiltà occidentale da salvare. Nonchè la « cattolicità ». E il guaio è che i democristiani, cui in sostanza si rivolgono simili appelli, moniti, critiche dell'estrema destra, subiscono questa presa demagogica, senza ribattere che in verità i rappresentanti di questi gruppi e gruppetti cl1e parlano m•olto di civiltà occidentale da sa1vare sono in pratica i più sensibili ai problemi concreti dei posti, delle sovvenzioni, delle tasse da non pagare, dei favoritismi per speculazioni edilizie, e via discorrendo. Discorso t1n po' difficile a farsi - dirà più d'un•o - proprio da parte di tanti settori della DC meridionale, che anche loro parlano molto di civiltà occidentale per evitare cl1e si mettano in discussione situazioni e posizioni di privilegio che difficilmente si potrebbero considerare legittjme sul piano democratico. Poi, a completare le pressioni in periodo elettorale sui dirigenti n1eridionali, è vent1to Nlalagodi. Per l'osservatore smaliziato, la prima impressione ricavata ascoltando il discorso dell'on. Malagodi in qualcuna delle città meridionali (da Bari a Matera a Taranto) alla vigilia della consultazione del 6 novembre non poteva non essere questa: che davvero il Segretario del Partito liberale è lontano dai problemi e dalle esigenze del Mezzogiorno. Ma - ecco il punto - per Malagodi il significato « politico » delle elezioni prevaleva su quello amministrativo; e il filo conduttore dei suoi discorsi era che non si può fare p•olitica democratica in Italia senza il PLI al governo. E poi e'è il « neutralismo » del PSI .che, ammoniva Malagodi, potrebbe danneggiare il .mo74 Bibliotecaginobianco

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