Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

settori di estrema destra e della destra democri~tiaria, nei confronti dello stesso progetto governativo; se gli emendamenti al progetto, imposti da questi settori di centro-destra, dovessero passare, il disegno di legge ne risulterebbe completamente snaturato, col risultato di rafforzare le prerogative di fatto dell' a'lta magistratura. Basta pensare che, secondo questi emendamenti, le decisioni delle commissioni di co11corso potranno essere riformate dal Consiglio Superiore, ove r alta magistratura' è in forte prevalenza, solo con una maggioranza rafforzata di quattro quinti; do.bbiamo quindi augurarci che, nell'ulteriore corso dei lavori parlamentari, si torni, almeno, al primitivo disegno di legge, coerentemente difeso dall' on. Gonella. Anche a Palermo, nell'ampio discorso pronunciato nella seduta inaugurale, il Ministro ha felicemente ribadito la sua chiara posizione contro lo schieramento inopinatamente forma tosi, mentre il prof. De Francesco, autorevole membro del Consiglio Superiore della Magistratura, nel suo forte intervento ha ammonito tutti a·d evitare perniciosi straripamenti di potere ed ha sollecitato il rispetto delle competenze costituzionalmente stabilite. Naturalmente non si poteva non ribadire, dopo la riaffermazione del principio di piena· indipendenza, la necessità, logica nel sistema di autogover110, che i magistrati corri.spo,ndano pienamente a quelle stesse esige11zerispetto alle quali l'indipendenza è, in definitiva, preordinata. Già nella relazione Torrente, il problema del rapporto tra indipendenza e disciplina è stato coraggiosa1nente affrontato in termini perentori, richiamando il relatore il binomio caro ai. veccl1i costituzionisti liberali: e< indipen,denza massima, disciplina di ferro ». Giustamente, per l'illustre relatore, il problema deve risolversi, in primo luogo, in termini di autodisciplina, nel senso più impegnativo di sostanziale e penetrante adesione alle esigenze della funzione: cc co11 l'autogoverno siamo tutti impegnati in questa battaglia che non conosce soste nè stanchezza; dobbiamo affinare la nostra cultura, tener desta· la nostra attenzione, penetrare nei fatti umani e nei cuori e nella n1ente degli uomi11i. Ora più che mai nessuna défa.illance ci può essere perdonata, il difetto e la contraddizione di motivazione non ci possono essere scusati; la faciloneria, la superficialità (se mai vi fossero state o ci fossero) sono un tradimento, una diserzione. Vorrei sbagliarmi, ma, se non inte11dessimo così l'autogoverno sarebbe un fallimento. E non potremmo sfuggire al rigoroso giudizio del Tribunale dell'opinione pubblica». Sostanzialn1ente nello stesso senso si esprime la mozione. In effetti il problema deve trovare soluzione soprattutto nella coscienza del giudice; il che no11 esclude l'opportunità di un controllo esterno che sfocia, secondo l'indicazione costituzionale, nel sindacato disciplinare demandato al Consiglio Superiore su iniziativa del Ministro. Il problema particolare della posizìone del pubblico ministero non poteva non essere affrontato dal congresso in coerenza alle indicate premesse generali, rivendicando anche per i magistrati della requirente le stesse garanzie previste per i magistrati della giudicante. È noto come, in proposito, si ebbe fervida- dispt1ta in seno all'Assemblea Costituente, 68 Bibliotecaginobianco

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