Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

' . . suali, presupponendo necessariamente anche una coerenza intima e piena tra le strutture giudiziarie e le procedure e, ancor di più, tra il complessivo assetto istituzionale del terzo potere e le leggi con le quali questo è chiamato ad operare. In altre parole, vi è t1n necessario nesso tra gli strumenti a disposizio11e del giu-dice come protagonista massimo del processo e la posizione complessiva dell'operatore. Questa esigenza . . è stata, ad esempio, cl1iaramente presente nella relazione Torrente, nella quale la rive11dicazione di un processo civile informato ai principi di oralità, di immediatezza e di concentrazione, è sfociata nella: proposta · di adottare il sistema del giudice unico. Ma, superato il sistema della collegialità,. deve potersi avere un giudice più convenieptemente attrezzato rispetto al più gravoso compito affidatogli; naturalmente, quindi, il relatore ha posto l'accento sulla necessità di favorire l'ingresso in magistratura dei giovani più capaci e di sottoporre le nuove leve ad un duro tirocinio. Altrettanto coerentemente il relatore si è pronunciato contro il progettato aumento dell'organico, in avanzato stadio di elaborazione presso le Camere; se la riforma generale postula un personale qualitativamente più selezionato, è contraddittorio creare le premesse di un prevedibile abbassamento di tono. L;,assemblea 11011si è dimostrata sorda a questa valutazione, leggendosi nella mozione approvata: cc il co11gresso non si na:sconde cl1e un eccessivo aumento del numero dei magistrati può con1portare un abbassame11to del livello medio della loro qualità, e, pur rende11dosi conto dei motivi che hanno in,dotto a promuovere un aumento dell'organico, per cui esiste u11 provvedimento in stato di ava11zata elaborazione legislativa, auspica cl1e esso sia contenuto nei lirniti a st10 tempo indicati dal Con~iglio Superiore della Magistratura e che le nuove immissioni avvengano con1u11que con immutati criteri di severa selezione » . I Ma la riforma processuale postula anche un giudice la cui indipe11denza sia pienamente realizzata, affincl1è egli possa dirsi i11tegralmente responsabile, se11zapossibilità di scantonamenti, del suo operato. Per questo non è affatto strano che il congresso abbja ribadito, nella mozione finale, le necessità di attuare senza· residui l'indipenden.za delr ordine giudiziario; in primo luogo l'indipendenza esterna « mediante le opportune n1oclifìche della legge istitutiva del Consiglio Superjore della Magistratura », che per troppi a·spetti contrasta con le indicazioni costituzionali; in secondo luogo Yindipendenza interna, che è divent1ta istanza imprescindibile proprio nel nuovo sistema di autogoverno, per impedire il deleterio predominio di eventuali baronie di vertici. Sotto questo profilo, il congresso ha nuovamente invocato una· idonea riforma del sisten1a delle promozioni, secondo i criteri a suo tempo suggeriti daf Consiglio St1periore, in particolare con r adozione del principio dei ruoli aperti ed inoltre con la unifìcazione dei magistrati di tribunale e di appello nelrunica categoria dei magistrati di merito, come è previsto in una proposta di legge presentata dalYon. Bozzi. Con queste affer- . mazioni il congresso si è nettamente pronunciato, sia pure per implicito, contro la manovra verifìcata1si in. sede parlamentare, ad opera dei 67 Bibliotecaginobianco ·. .

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