Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

l1anno, pare, intuito una delle regole fondamentali per la b11ona conduzione di un teatro: una programmazione costante, che duri quanto più è possibile per l'arco della « stagione ». È già qualcosa·. Il cc Mediterraneo », isolato d'inverno e d'estate, ospiterà probabilmente l'annuale edizione della cc primavera della prosa » : rassegna affannosa di spetta·coli che, aggravate la concorrenza cittadi11a e la disperata con,dizione del teatro di prosa non totalmente sovvenzio11ato, rischia di risultare l'anno prossimo, più ancora che in quelli passati, una generosa beneficenza a favo re di complessi teatrali cl1e potran110 solo casualmente determinare utili reazioni nel pubblico 11apoletano; ancl1e e sopratutto per l'aria mondana che la manif estazio11e - finanziata totalmente, e non si sa con quale criterio, dalla locale Azienda del turismo - s'è data, sempre più accentuatamente. La futura attività del nuovo teatro cc Roberto Bracco n è a11cor me110che progetto. Pare si voglia solo in n1ini1na parte valorizzare l'attività degli « amatori » locali (cui peraltro il teatro è destinato per statuto) e per niente preoccuparsi di promuoverne altra. Al contrario i responsabili della gestione pare sarebbero orie11tati verso la cc scrittura » di compagnie di prosa e rivista, primarie e no. La « programmazione n del cc Mercadante » è legata, per destinazione comt1nale, a quella del Teatro Stabile. Il quale, compiuti sei anni di vita, s'appresta ad iniziare il settimo. Un bilancio sommario di questa i11iziativa, che avrebbe potuto e dovuto· funzionare da « stazione . pil9ta » del teatro a· Napoli, risulta, purtroppo, deficitario: sei anni di gestione, seicento milioni spesi, quaranta spettacoli; dei quali trenta di livello men che mediocre, cinque o sei definiti soltanto dignitosi e 11011più di quattro veramente degni. Seicento milioni spesi e, dopo sei anni, non t1n attore, un autore, un regista, u11 costumista che si sia affermato o fatto notare attraverso lo cc Stabile » di Napoli; una scena, un costume, una cantinella conservati. Seicento milioni spesi a fronte di nulla. Il « Piccolo » napoletano non può infatti dimostrare nemme110 d'aver guadagnato al teatro seicento nuovi spettatori. Se così fosse, sapremmo almeno che il loro costo è di un milione a testa. E questo, si badi, non perchè il cc Teatro stabile» non possa per sua struttura raggiungere utili risultati (esperienze in altre città, ed in altri paesi} dimostrano chiaramente il contrario), ma soprattutto perchè l'organismo teatrale napoletano ha avuto la sve11tt1rad'esser governato con i criteri di una politica cornt111ale assurda, inconcludente e nociva· ancl1e in questo campo. Quando non ha determinato una scelta infelice nel senso clella direzione artistica, ql1esta politica comunale ha permesso a genia-li teatranti di sperimentare « in corpo re vili » ( e col pubblico danaro) alcune perso11ali intuizioni, risultate, alla fine, utili solo a chi le proponeva e realizzava. Così si è assistito, nella passata stagione, a spettacoli realizzati dal « Piccolo » di Napoli che sono andati in giro 11er l'Italia sotto l'insegna di ditta capocomicale privata; e presentatL alla televisione, come prodotti da ce11tri teatrali di altre città. Per la stagione 1961-62 la presidenza· del co1nitato artistico, tecnico 63 Bibliotecaginobianco

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