La città e lo spettacolo Un esame appena superficiale della situazione napoletana induce a una serie di considerazioni che generano stupore, perplessità, risenlimento. Napoli è città dove è impossibile rintracciare nelle azioni dei responsabili-interessati qualsiasi indizio di una politica teatrale pur vaga ed approssimativa. È perciò davvero sorpre11dente che a Napoli dal 1951 al 1961 siano sorte (o risorte) dt1e sale di spettacoli ad iniziativa di privati e due ad iniziativa di Enti: tutte e quattro destinate a manifestazioni teatrali. Manca il pubblico, mancano idee chiare, mancano quattrini, il teatro nazionale è più che mai in « crisi» ed a· Napoli sorgono (o risorgono) quattro teatri. Eduardo De Filippo ~nveste circa · mezzo miliardo per la ricostruzio11e del cc San Ferdinando » (1951); il Comune di Napoli ed altri Enti locali investono circa 70 milioni, in più riprese, per l'ammodernamento del «Mercadante » (1957-1960); Nino Taranto e compagni circa duecentocinquanta milioni per la riattivazione del «Politeama» (1961); infine l' Enal-Dopolavoro circa venticinque milioni per la parziale ricostruzione dell'ex cc Tarsia » che verrà · intitolato, nel giorno della ormai prossi1na inaugurazione, a cc Roberto Bracco ». Aggiungendo ai citati il funzionante Teatro Mediterraneo della Mostra d'Oltremare è facile constatare dunque come Napoli abbia riservati a spettacoli di prosa o di rivista primaria, ben cinque teatri tra i più moderni e nuovi d'Italia, più di quanti non ne abbia·no Torino, Genova, Bologna ed è seconda solo a Roma e Milano, capitali oramai indisct1sse dello spettacolo italiano. Ma c'è di più. È orn1ai imminente (sembra definitivan1ente fissata per i primi del prossimo dicembre) l'inaugurazione ufficiosa del Centro di Produzione Radio-Televisivo, sistemato alla Mostra d'Oltremare, costato, pare, circa cinque miliardi e destinato, in bt1ona parte, a prodt1rre o riprendere spettacoli di livello nazionale. Una tale disponibilità di mezzi lascerebbe presupporre un fervore di iniziative, un retroterra culturale attento e vivo, una capacità di assorbimento da parte di un pubblico collaudato e, di concerto, u11a « disponibilità pro•duttiva » affermatasi attraverso t1tili esperie11ze e capace di sfruttare al massimo le risorse locali. Nla una breve cc panora- _ mica >> su gli elementi che dovrebbero suffragare tali supposizioni determina le git1stifìcatissime perplessità cui s'accennava· in partenza. Alla data in cui scriviamo una sola tra le cinque direzioni dei teatri di Napoli ha annu11ciato, seppt1re ufficiosa1nente, il suo cc programma». Si sa infatti che il ricostruito cc Politeama » riaprirà i battenti il 22 dicembre prossimo, ospita11do uno tra i più celebrati spettacoli del 1961, quel cc Rinaldo in campo » di Garinei e Giovannini affidato a una cc ditta» popolarissima (Delia Scala-Modugno) che va incassando a Roma, dopo il debutto torinese, medie serali di circa tre milioni di lire. Al cc Politeama », dopo Modugno, saranno di scena Dario Fò, Gassmann, Dapporto, Rascel, Adani, Taranto ,ecc. I dirigenti del cc Politeama » 62 Bibliotecaginobianco • I . . . ' .. . .
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