la spesa per opere pubbliche raggiunse la percentuale più alta sulla_ spesa totale, che si sia registrata in tl1tta la storia del Regno); e in par- . ticolare su una diversa politica doganale. Mi pare evidente che molti degli interventi ipotizzati dal prof. Gerscl1enkron presuppongono un~, concezione dei compiti dello Stato nello svill1ppo economico che è ancora estranea alla cultura economica ottocentesca; e lo stesso prof. Gerscl1enkron in altri suoi scritti, ha messo in luce come la politica statale abbia svolto una effettiva azione « sostitutiva » solo nei paesi più arretrati, a cominciare dalla Russia; mentre in paesi relativamente più progrediti, come la Germania e l'Austria-Ungheria (e in parte la Francia), il compito di potenziare l'azione del libero mercato nello sforzo di rimontare la distanza che le separava dall'Ingl1ilterra toccò i11vece alle banche. Tutto sommato, non mi pare che ci sia molto da stupire del fatto che il governo e la classe economicamente dirigente in Italia abbiano adottato una politica economica più vicina a q11ella di questi · paesi, più affi11iper tanti rispetti, che non a quella della Russia zarista (dove vigeva, oltre tutto, un ben diverso quadro politico-istituzio11ale). Un discorso diverso va fatto, naturalmente, a proposito della politica doganale, che certo avrebbe pott1to essere migliore; ma anche in questo settore io continuo a credere, come ho già detto altrove, che a distanza di tempo sia difficile contestare la legittimità di l111aindustria siderurgica italiana, nonostante i moltissimi strali di cui essa fu oggetto da parte liberista, radicale, socialista, ecc. Ma so-prattutto, anche ammesso che si condividano appieno tutte le riserve che il prof. Gerschenkron l1a fatto nei confronti della politica economica italiana in quel periodo, noi avremmo individuato in tal modo una serie di elementi propulsivi che son venuti a mancare al sistema· economico, e che forse avrebbero potuto sussistere; ma questo non ci fa compiere un passo per intendere quali siano stati gli elementi determinanti dello sviluppo che effettivamente, storicamente si è realizzato. Se noi cerchiamo, non quale sarebbe stato il migliore sviluppo economico possibile per_ il nostro paese, ma quale è stato il suo effettivo, storico sviluppo, dobbiamo porci una serie di domande: quali furono i risultati che la politica dello Stato italiano, con tutti i suoi errori, riuscì a raggiungere? Si ebbe una distruzione di vecchie strutture produttive e la formazione di nuove, e in che modo? Ci fu un processo di crescente commercializzazione ,della economia italiana ovvero non ci fu? In queste vicende consiste la storia economica italiana; e la storia che noi facciamo è la storia dell'industria che si è formata con quella politica 54 Bibliotecaginobianco . '. ' . . ' .. ..
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==