Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

PROF. ROMEO: - Se ho bene inteso, il prof. Gerschenkron ritiene che la mia· presentazio11e delle vicende economiche italiane rischia di dare una successione troppo « ordinata » delle varie fasi dello sviluppo; 1nentre, a giudizio del prof. Gerschenkron, negli anni '80 si sarebbe presentata allo Stato italiano una occasione unica e non più ripetutasi di rovesciare questa ordinata successione di fasi, potenziando, in concomitanza con la costruzione delle ferrovie, lo sviluppo dell'industria meccanica in anticipo sulla industria tessile, e così rovescia11do la successione di fasi che, normale in Inghilterra, non era co11sigliabile in t111 paese arretrato che arrivava sulla scena dell'indt1strializzazione quando ormai il predominio era chiaramente passato all'industria metalmecca11ica. C'è qui, forse, tra me e il prof. Gerschenkron, una diversità di angoli visuali che si riporta a una diversità di intenti e di interessi; nella misura in cui al prof. Gerscl1enkron importa in primo luogo di raccogliere dati e osservazioni per la costruzione •di un generale modello teorico di sviluppo economico; e a me importa invece di intendere anzit11tto il processo storico realizzatosi nell'economia italiana. E questa diversità di intenti mi pare che abbia po1tato nella nostra discussione un. certo sfasamento rispetto alla questione iniziale. In effetti, l'affermazione del prof. Gerschenkron che gli a1111i '80 contenessero poter1zialità di sviluppo non più ripetutesi in seguito, e che la politica dello Stato italiano abbia fallito al compito di tradt1rle in atto, pone u11a serie di problemi 1neritevoli di approfo11dime11to. Così per es. ci sj può chiedere se veramente sussistevano le condizioni per uno sviluppo industriale su larga scala, quando ancora la rete ferroviaria, e l'apporto da essa dato alla com1nercializzazione dell'economia, era lungi da]l' essere completata; si può discutere se i capitali rimasti liberi dopo il completamento delle ferrovie siano qu.elli andati a finire nelle banche locali o nelle casse di risparmio, che 11otoriamente attingevano i loro depositi a strati economici modesti, o non abbiano continuato invece ad operare - nella misura in cui si trattava di capitali privati italiani - nell'ambito del mercato finanziario più vicino agli investimenti industriali, cl1e nell'età giolittiana è quello imper11iato stille bancl1e di credito ordi11ario di tipo tedesco; soprattl1tto ci si può doma11dare se sia legittimo in sede storica lamentare che lo Stato italia110 negli anni '80 non abbia praticato una politica come qu.ella auspicata dal prof. Gerschenkron, e fondata su un potenziamento della domanda pubblica, Sl1lla creazione di più adeguatj stru1nenti nel quadro del bilancio statale, su una intensificazione delle infrastrutture. (È da ricordare, a questo proposito, che in tale periodo 53 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==