Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

\ Ciò, a· rriio avviso, fornì garanzie sufficienti e i procedimenti « malsani >, continuarono e furono applicati in Italia non peggio e in 1nis-ura non meno impressionante che altrove. Non tratterrò più a lungo la vostra attenzione. Voglio però aggiungere che in questo, a mio avviso, sta il fattore strategico. Questa è la reale sostitt1zione dei prerequisiti mancanti e rende conto più di ogni altra cosa del fatto che l'Italia, dopo tutto, ebbe il st10 cc grande scatto >> dopo il 1896. Ponendosi da questo punto di vista, penso che l'uso del concetto nu1nero 2 e .del concetto numero 3 da parte del prof. Romeo - per quanto sia un interessante e assai originale saggio di storia economica - non può realmente sostenere il punto cruciale dello sviluppo industriale italiano nel periodo considerato. Ciò naturalmente non significa - d'altra parte - che· io non sia d'accordo col prof. Romeo per quanto riguarda la originale 1notivazione del suo libro. Egli è partito da lina rassegna degli storici marxisti che hanno scritto in Italia dopo la fine dell't1ltima guerra e li ha trovati sotto l'influenza di Gramsci. Romeo polemizza con la tesi secondo la quale tutto sarebbe an,dato meglio in Italia sol che vi fosse stata portata a termine una riforma agraria st1l modello francese. Qt1i io non posso essere più d'accordo con ciò che al riguardo dice il prof. Romeo. Egli ha criticato quella curiosa incoerenza per cui si tenta di operare con due separate cc metà » del problema: u11a cosa fu la rivoluzio11e industriale in Inghilterra e un'altra la rivoluzione politica in Francia. Le due esperienze storiche sono state confuse insieme in una specie di pasticcio dei prerequisiti cc necessari », sicchè i fattori economici dovrebbero essere ovunque conformi al modello realizzatosi in Inghilterra, ma, per quanto riguarda riforma agraria e mutamenti politici, il cc feudalesimo » dovrebbe essere distrutto esattamente allo stesso modo che in Francia. Io obietto (e credo che questo sia anche il pensiero del prof. Romeo) che cc feudalesimo >) in qt1esto senso non è un termine funzionale e che il rapporto tra la storia pre-industriale e la industrializzazione successiva è molto più complesso di qt1anto appaia dal blando uso di formule siffatte. Gramsci e gli storici italiani posteriori hanno, a mio avviso, veramente mancato di notare che molti aspetti principali nel lento sviluppo dell'economia francese trovano la loro spiegazione nell'integralismo con cui le piccole aziende agrarie furono stabilite in Francia. È del tutto possibile che i Giacobini non sarebbero stati i più idonei alla posteriore industrializzazio11e francese. Per il resto - se posso ancora aggiungere qualcosa sull'area di 41 Bibliotecaginobianco

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