Nord e Sud - anno VIII - n. 23 - novembre 1961

.. zioni jmpartite, sia i !)rogrammi da svolgere, sia le attrezzature di cui · si dovrà disporre. E in particolare per qua11to riguarda j programmi, che pensare di disposizioni che impongono u11improvviso adeguarne11to a schemi e a metodi nuovi anche a cl1i ha già compiuto la parte mag- ' ·giare di un regolare corso di studi, distt1rbandone senza· ragione il processo di formazione culturale e correndo il rischio che non si completi lJene nè il vecchio nè il nuovo programn1a? Questi, co1ne abbiamo detto, sono soltanto alcuni dei problemi che · improvvisamente si sono posti all'attenzione dell'opinione pubblica in occasione della riapertura dell'anno scolastico. Ma evidentemente 11e sussistono altri di non minore rilevanza. Basterebbe pensare alla questione del latino. I problemi ai quali abbiamo accennato sono sufficienti_. tuttavia, per dedurne alct1ne linee generali di prin1aria i1nportanza. È chiaro che il problema dell'istruzione in Italia si pone (facendo astrazione dall'Università) su molteplici livelli. Si pone come problema dell'istruzione universale al livello della· scuola elementare. Si pone come problema di istruzione funzionalmente moderria e sociale al livello della · scuola media. Ma si pone co1ne problema di promozione sociale, di sviluppo delle aree depresse e di integrazione nazionale a tutti i livelli. Quan,do si pensi a ciò, non può non riuscire sorprendente che la disct1ssione sui problemi della scuola italiana si sia incentrata nei n1esi precedenti all'apertura dell'anno scolastico sulla questione dei rapporti tra scuola pubblica e scuola· privata, questione sulla quale è sembrata a t1n certo momento doversi giocare una delle poste più alte della vita politica italiana. E per giunta la discussione è stata portata soltanto sul terreno sempre difficile dell'opposizione tra laicismo e confessiona- ... lismo, coi laici cl1e rivendicano le ragioni dello stato democratico e sovrano, e coi cattolici che rivendicano la libertà di insegnamento e di associazione. Natu.ralmente le questioni di princi_pio sono irrinunciabili., e la battaglia per la difesa della scuola di Stato è ancor meno rinunciabile di altre; ma sarebbe forse opportuno spostare la materia del contendere da questo terreno a quello della rispondenza alle reali e prof onde esigenze avanzate dalla nazione nel campo scolastico. Della sct1ola pubblica è da dire che a tali esigenze essa è ancora be11 lontana dal soddisfare. Ma che dire della scuola privata? È oltremodo difficile stabilire oggi dove la scuola privata cessi di essere un'iniziativa a puri fini educativi e cominci al essere una iniziativa a fini prevalentemente commerciali. E ci sono altri aspetti da considerare. Non si può passare senza turbamento dalle aule linde, serene, 10 s·ibliotecaginobianco

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