Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

che li si allontana da essa. Ma quei popoli hanno per l'uguaglianza una passione ardente, insaziabile, invincibile, eterna; esigono 1' eguaglianza e, se non possono ottenerla nella libertà, si accontentano della servitù, pur di averla ... Tutti gli uomini, tutti i sistemi, che vorranno lottare contro questa passione irresistibile, saranno rovesciati e distrutti da essa. Ai nostri giorni la libertà non può instaurarsi senza il suo appoggio, e perfino il dispotismo non potrebbe riuscire a regnaTe senza di essa » : dove l'esperienza americana ed i ricordi della Francia del primo Impero i fondono insieme ! Pure, mai il problema era stato posto con tanta chiarezza: e tuttavia l'autore non conclude alla fine ineluttabile della libertà proprio grazie alla scoperta cui abbiamo accennato. La mobilità estrema delle società democratiche appare a Tocqueville, infatti, come una spinta possente verso il progresso materiale ed intellettuale, una spinta che imprime a tutto il corpo sociale un'attività che nessun altro regime potrebbe creare, e dunque come il fattore principale di un integrale dispiegarsi della libertà. Questo tipo di instabilità, rispettando i principi generatori della società, si traduce in impeto creatore, in energia operativa, assicura equilibri sempre nuovi ed a livelli sempre superiori, genera, finalmente, gli anticorpi capaci di annullare o attenuare i pericoli che corre la società tutta intera: cc nell'immensa complicazione delle leggi umane accade talvolta che l'estrema libertà corregga gli abusi della libertà, e che l'estrema democrazia prevenga i pericoli della d - mocrazia ». Le pagine memorabili in cui Tocqueville ha descritto la tendenza naturale dei regimi democratici alla tirannide della maggioranza e il nuovo potere che si prepara, frutto del compromesso tra centralismo amministrativo e sovranità popolare, potere immenso e terrificante, anche se lieve nelle apparenze; o le altre, nelle quali sono analizzate la potenza isolatrice, implicita nella spinta egualitaria, e l'assoluto atomismo, che è alla fine del processo di livellamento, per cui l'individuo dimentica gli avi e non vede i figliuoli, diventa ignaro del passato e dell'avvenire e si trasforma da animale politico in una chiusa monade; queste pagine sono nella mente di tutti. Come nella mente di tutti è l'amara valutazione che le conclude: che, cioè, siffatta duplice e complice minaccia rende le società democratiche più esposte di ogni altra all'involuzione nel dispotismo. Tuttavia, Tocqueville aveva visto esattamente che nella dinamica delle società democratiche erano già implicite le forze che potevano neutralizzare quei pericoli: la mobilità sociale avrebbe ricreato nuovi centri di vita e revitalizzato i tessuti atrofizzati. 95 BibliotecaGino Bianco

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