forze che sono in o•gni società democratica, delle cause della loro dinamica, del divenire stesso di un moderno regime egualitario. Quello di un futuro già cominciato era un mondo nuovo; e per esso occorreva, dunque, una scienza nuova, rigorosa ed obbiettiva, che, muovendo dai fenomeni concreti, individuasse le ragioni universali di questi fenomeni, e consentisse, nella misura in cui ciò era possibile per una disciplina morale, di segnare i principi dello sviluppo sociale. Ed è appena necessario aggiungere che l'autore aveva una coscienza assai viva della novità dell'opera e del metodo, ed anche dei limiti di questo: cc ho .passato così poco tempo - scriveva nel '36 a Reeve - ed ho avuto così poco agio di approfondire tutto ciò che avrei voluto approfondire, e parlandone mi è capitato così spesso di ragionare per analogia, come Cuvier sugli ani1nali fossili, che temevo, in verità, di aver commesso qualcuno di quegli errori enormi, che screditano dal primo momento presso i bene informati ». In realtà Tocqueville può aver commesso degli errori nella sua descrizione dei meccanismi politici e sociali della repubblica statu11itense, e può anche aver fallito in qualche profezia. Ma è fuorviante e. sciocco giu-dicare la Démocratie en Amérique soltanto come un libro sugli Stati Uniti : tra essa e le opere di un Lord Bryce o di un Siegfried (per ricordare due delle opere più celebri sulla democrazia nord-americana, e già disuguali tra loro) c'è la stessa differenza che tra una grande opera di poesia e la brill~nte fatica -di un letterato. Sono proprio la potenza -dell'astrazione, la capacità generalizzante, l'attitudine a scorgere nei dati americani i segni di fenomeni più vasti, che fanno della Démocratie en Amérique un'opera di scienza politica, uno dei p11nti di passaggio obbligati della filosofia politica liberal-democratica moderna. Individuare le cause generali del fenomeno democratico,· ecco l'obiettivo principale di Tocqueville. Ma l'a11tore, con un colpo di genio, va ancora più oltre e, riconnetten-dosi consapevolmente a tutta una tra- , dizione di pensiero settecentesca che aveva trovata la sua eco in Guizot, _non esita a definire ad-dirittura la causa generale di ogni fenomeno politico: cc lo stato sociale è di solito il prodotto di un fatto, talvolta delle leggi, il più spesso di queste d11ecause insieme; ma una ·volta che esiste, lo si può considerare esso stesso come la causa principale della maggior parte delle leggi, dei costumi e delle idee che regolano la con-dotta delle nazioni ». L'analisi dello stato sociale è, dunque, il pùnto da cui bisogna muovere pe_runo stu-dio de1la democrazia : una volta che lo si sarà decomposto nei suoi fattori primi e che si saranno sottoposti questi fattori ad t1n esame attento, si saranno anche compresi, nella loro necessità e \ 93 Bibliotecaginobianco
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