Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

forze che sono in o•gni società democratica, delle cause della loro dinamica, del divenire stesso di un moderno regime egualitario. Quello di un futuro già cominciato era un mondo nuovo; e per esso occorreva, dunque, una scienza nuova, rigorosa ed obbiettiva, che, muovendo dai fenomeni concreti, individuasse le ragioni universali di questi fenomeni, e consentisse, nella misura in cui ciò era possibile per una disciplina morale, di segnare i principi dello sviluppo sociale. Ed è appena necessario aggiungere che l'autore aveva una coscienza assai viva della novità dell'opera e del metodo, ed anche dei limiti di questo: cc ho .passato così poco tempo - scriveva nel '36 a Reeve - ed ho avuto così poco agio di approfondire tutto ciò che avrei voluto approfondire, e parlandone mi è capitato così spesso di ragionare per analogia, come Cuvier sugli ani1nali fossili, che temevo, in verità, di aver commesso qualcuno di quegli errori enormi, che screditano dal primo momento presso i bene informati ». In realtà Tocqueville può aver commesso degli errori nella sua descrizione dei meccanismi politici e sociali della repubblica statu11itense, e può anche aver fallito in qualche profezia. Ma è fuorviante e. sciocco giu-dicare la Démocratie en Amérique soltanto come un libro sugli Stati Uniti : tra essa e le opere di un Lord Bryce o di un Siegfried (per ricordare due delle opere più celebri sulla democrazia nord-americana, e già disuguali tra loro) c'è la stessa differenza che tra una grande opera di poesia e la brill~nte fatica -di un letterato. Sono proprio la potenza -dell'astrazione, la capacità generalizzante, l'attitudine a scorgere nei dati americani i segni di fenomeni più vasti, che fanno della Démocratie en Amérique un'opera di scienza politica, uno dei p11nti di passaggio obbligati della filosofia politica liberal-democratica moderna. Individuare le cause generali del fenomeno democratico,· ecco l'obiettivo principale di Tocqueville. Ma l'a11tore, con un colpo di genio, va ancora più oltre e, riconnetten-dosi consapevolmente a tutta una tra- , dizione di pensiero settecentesca che aveva trovata la sua eco in Guizot, _non esita a definire ad-dirittura la causa generale di ogni fenomeno politico: cc lo stato sociale è di solito il prodotto di un fatto, talvolta delle leggi, il più spesso di queste d11ecause insieme; ma una ·volta che esiste, lo si può considerare esso stesso come la causa principale della maggior parte delle leggi, dei costumi e delle idee che regolano la con-dotta delle nazioni ». L'analisi dello stato sociale è, dunque, il pùnto da cui bisogna muovere pe_runo stu-dio de1la democrazia : una volta che lo si sarà decomposto nei suoi fattori primi e che si saranno sottoposti questi fattori ad t1n esame attento, si saranno anche compresi, nella loro necessità e \ 93 Bibliotecaginobianco

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