Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

. regnando co11le ordinanze, i tribu11ali rifìt1terebbero di applicarle~ .. Sarebbe, allora, necessario creare -delle magistrature straordinarie, avanzare sempre più sul terreno dell'illegalità, regnare con la forza dell'esercito ... ,Nessuno, in Francia, vuole il regno delle ordinanze: ecco il punto. che si deve sempre aver presente. Una tal cosa sarebbe contraria all'interesse di tutti: i corpi giudiziarii perderebbero la loro importanza; i pari, il loro rango; la maggior parte degli uo1nini di talento, le loro speranze; le classi inferiori non avrebbero più alcuna garanzia, e la massima parte degli ufficiali vedrebbe sfuggirsi ogni possibilità di carriera ». Tocqueville aveva visto giusto: ia dinastia isolata dall'intera nazione çadde nelle giornate del luglio 1830 quasi senza combattere. E, a differenza di molti suoi amici e fa.miliari, ma conformemente, mi sembra, alle sue più intime convinzioni, il giovane magistrato giurò fedeltà al nuovo sovrano. cc Non ho affatto abbandonato la mia carriera ~ spiegàva in una lettera ancora inedita a Cl1arles Stoffels, il 26 agosto 1830 - e sono restato al mio posto ed ho prestato giuramento al governo. Agendo così ho creduto di adempiere al rigoroso dovere di ogni francese. Nella situazione attuale, se Luigi Filippo fosse rovesciato, ciò non acca,drebbe certo a vantaggio di Enrico V, ma della repubblica e dell'anarchia. Quelli che amano il loro paese devono, dunque, sostenere 11 potere nt1ovo che s'instaura, poichè esso è il solo che possa oggi salvare , la Francia da se stessa. Io disprezzo il nuovo sovrano e ritengo più che dubbi i suoi diritti alla corona; pure, lo sosterrò con maggiore fermezza, credo, di coloro che gli hanno spianata la strada del trono, e che ben · presto saranno i suoi padroni o i suoi avversari ». Il tono, come si vede, è freddo e risoluto, e le parole mostrano com.e il giovane fosse persuaso di aver fatta una scelta ragionata. Pure, chi conosca altri docume11ti di questo periodo e soprattutto quello scambio di lettere ancora inedite con Kergolay, che ho illust~ato ampiamente ~.Itrove, sa benissimo che quell'appar~nte sicurezza di sè non corrispondeva allo stato d'animo effettivo .di Tocqueville. Egli, lo confessava appunto in q·ueste stesse settimane alla futura moglie, era turbato ed intimamente lacerato. Il sentimento insorgeva contro la ragione e contrapponeva ai fermi argomenti di essa un'amara insoddisfazione e non so che senso di colpa : cc h9 fatto tutto ciò che era mio dovere fare per il paese... Ma ho anche adempiuto ai miei doveri verso me stesso, verso coloro che sono morti per la causa che io smetto di servire proprio nel momento in cui tutti l'abbandonano? ». La rottura, sia pure temporanea, con amici come Kergolay, il d_i1 8,5 Bib1iotecaginobianco

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