• me pr9curerò di dimostrare in uno studio particolare del problema) è all'origine di molta parte della sua successiva meditazione politica : una importantissima lettera dell'aprile 1830 a Charles Stoffels, ancora inedita, ne fornisce la testimonianza irrefutabile. Era naturale cl1e un uomo, che si sentiva culturalmente ed ideologica1nente solidale con la parte migliore e più avanzata della cultura . politica francese -del tempo, fosse allarmato della svolta reazionaria segnata dal ministero Polignac del 1829, e ne denunciasse i pericoli. Le lettere di Tocqueville fino alla rivoluzione del luglio 1830 sono piene di osservazioni acutissime e di lucide profezie. Già nell'agosto 1829, scrivendo al fratello Edoardo, indicava con chiarezza l'abisso eh' era al fondo della strada imboccata dalla dinastia: cc -eccoli, dunque, lanciati nel sistema ,dei colpi di stato, della legislazione a mezzo di ordinanze: ecco che si pone in essere una prova di forza tra potere monarchico e I potere popolare, ecco t1na lotta impegnata in campo chiuso e nella quale il popolo rischia solo il presente, mentre la monarchia rischia presente ed avvenire ... Dio voglia che la casa di Borbone non si debba pentire, un giorno, di ciò che ha fatto ». Questa volta le funzioni di magistrato servono a Tocqueville, poichè gli danno, attraverso i casi concreti che gli vengono in11anzi, la possibilità di cogliere le inclinazioni reali del _paese, e gli danno, altresì, l'occasione di comprendere a fondo l'atteggiamento dei colleghi, e dunque di u110dei grandi cc corpi » della Francia dell'epoca. I 1nagistrati, ricorderà il giovane a st10 fratello nell'aprile del '30, co11le loro sente11ze stabiliscono con chiarezza il diritto di resistenza contro ogni intrapresa extra-costituzionale: e noi abbiamo le prove che affermando ciò, Tocqueville non generalizza un'esperienza personale, ma esprime con esattezza lo stato d'animo di tutti i suoi colleghi: « così gli strati superiori del Terzo Stato parigino - si legge nei M émoires di Rémusat - seguivano quelli medii ed inferiori nell'opposizione: tt1tta la magistratura, tutto l'ambiente del Palais de J ustice, che dai tempi della Lega è come lo stato maggiore della borghesia, davano l'esempio ». · In realtà, la dinastia sembrava ostinata a separarsi ,dal paese, a fargli espiare il grave peccato della Rivoluzione, a calpestarne la fierezza patriottica ed il sentimento nazionale, ad avvilirne l'animo liberale. E non intendeva che a questo 1nodo perfezionava soltanto il suo isolamento: « dove sarebbero i punti di appoggio? - chiedeva. Tocqueville al fratello il 6 maggio 1830 -. Certo non nell'opinione pubblica ... Nei tribt1nali? Ma il gior110 in cui il re si ponesse fuòri della costituzione, 84 Bibliotecaginobia~co I
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