Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

leggendo le opere di lui vien fatto di pensare che ci si trovi innanzi ad una meditazione politica che Constant, appunto, aveva avviato. Ma comunque ciò sia, è un fatto che nella cultura politica dell'età della Restaurazione Tocqueville poteva respirare tut~i_ i grandi temi su cui si sarebbe affaticato dopo il 1830: Montlosier faceva rivivere allora la vecchia tematica della monarchia t1surpatrice; riviste di tendenze diverse, come il cc Censeur » ed il cc Conservateur », dibattevano la questione dell'accentramento amministrativo, una questione cui non ' restava estraneo neppure il pensiero cattolico; riacquistava potenza di · suggestione il mito dell'esemplarità delle istituzioni inglesi; le analisi . acute di Constant ponevano con forza il problema della .necessità, per una ordinata vita democratica, di istituzioni intermedie tra l'individuo e lo Stato, e chiarivano l'equivoco di ciò che egli chiamava la sovranità popolare illimitata. cc L'errore - aveva scritto Constant nei Principes de Politiq·ue - di coloro che, in bt1ona fede nel loro amore della libertà, hanno accordato alla sovranità popolare un potere senza limiti, deriva dal modo in cui si sono forma te le loro idee politiche. Essi hanno visto nella storia un piccolo gruppo di uomini o anche un uomo solo in p·ossesso d'un potere immenso, che faceva molto male; ma il loro risentimento si è diretto contro i possessori di un tale potere, e non contro il potere stesso ... La limitazione astratta della sovranità non basta. È necessario assicurare alle istituzioni politiche delle fondamenta che concilino a tal pt1nto gli interessi dei diversi detentori del potere, che ne derivi il fatto che il lo-ro vantaggio più manifesto, duraturo e certo sia di restare ognuno 11eilimiti delle rispettive attribt1zioni ». Dietro le parole di Constant si p·uÒ i11dovinare la meditazione di Montesquieu: di essa, con1e di quest'ultima, Tocqueville si ricorderà nella sua analisi della democrazia americana, che apriva una strada nuova al pensiero· politico occidentale. Tocqueville respirava nell'aria, si è detto, tutti questi temi: il che signifiqa che ne sentiva ancora confusamente l'importanza, che non aveva ancora una visione cl1iara del loro intreccio, della gerarchia in cui andavano posti, della rilevanza effettiv.a di ognuno di essi. Ma significa anche che avvertiva la necessità di sdipanare l'intricato groviglio: il suo. interesse primario andava a queste questioni, e non ad altro. Il primo testo importante, fuori delle lettere, che abbiamo ,di lui, il diario di un viaggio in Sicilia compiuto nel 1827, mostra già come primeggiasse in lt1i l'attenzione ai problemi politico-sociali. In gita verso la cima dell'Etna, piuttosto che al paesaggio bellissimo, Tocqueville riflette 81 Bibliotecaginobianco . \

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