nuove speranze intervengono ad agitare l'intero _corpo sociale; come con l'aumentare delle 11ostre forze crescono anche le nostre esigenze? ». Nulla dimostra meglio di queste parole, mi sembra, non solo l'attitt1dine del giovane a cogliere il senso e la direzione dei gran-di processi storicopolitici, ma anche i profondi nessi culturali e politici chè, ad- onta di una situazione familiare affatto particolare, lo legavano alla parte liberale dell'opinione politica francese del tempo, e l'importanza cl1e tali nessi hanno avuto nella formazione del suo pensiero. E val la pena di rilevare a questo punto che noi vediamo oggi con estrema chiarezza ciò che agli t1omini di q11el tempo, divisi dalle valutazioni contingenti, dalle diverse esperienze, dalla fedeltà di ognuno al suo passato ed anche dai risentime11ti e dalle antipatie personali, sfuggiva quasi del tutto: che il giudizio sulla grande Rivolt1zione era il vero spartiacque, che separava i partiti politici dell'epoca. La validità dell'Ottantanove come affermazione di u11alibertà liberatrice e la contin11ità tra la Francia rivoluzionaria e quella degli a1111i '20 rit1nivano in un fronte compatto i liberali di tuttè le sfumature e costituivano, oltre e più che un punto d'incontro, la necessaria premessa di ogni filosofia politica liberale. Il che non toglie, tuttavia, che all'interno di questo vasto schieramento liberale le divergenze ideologicl1e e politiche vi fossero, e fossero, insieme, tutt'altro che prive di significato, soprattutto per cl1i guardi a questo momento con la mente fissa ai futuri sviluppi del pensiero politico francese. Quel che separava, ad esempio, un Royer-·Collard od un Guizot da u11Ben;an1in Constant non era soltanto il fatto che quest'ultimo, dopo un'opposizione durata più a11ni,avesse partecipato all'avventura dei Cento Giorni, o la cattiva fama che circondava l'a11tico amico di Madame de Stael, fama di dissolutezza e di avidità di danaro; ma era anche, ed anzi soprattutto, l'altro fatto che Constant aveva già, in parte, scorto l'errore dottrinario di elevare ad assoluto politico una situazione contingente, ed aveva, in conseguenza, avviato, quasi solo la teoria della libertà come forma ordinatrice di vita. E in questo senso, per quanto Tocqueville non nomirii mai Benjamin nei suoi scritti giovanili (se non pren·do un grosso abbaglio) e per quanto 110nsia affatto forzato supporre che egli stesso nutrisse per l't1omo una forte antipatia, fatta di spregio moralistico e di irrazio11ale diffidenza, si deve dire, tuttavia, che· il pensiero di Constant agì su l11ipiù profondamente e più a lungo di quel che facesse l'ideologia .dottrinaria e l'insegnamento di Guizot. Se si vuole, fu un'influenza di cui il futuro autore della Démocratie en Amérique non si rendeva conto chjaramente; m-a essa vi fu, e sovente 80 ·sibliotecaginobianco
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