vere il problema di una istituzione capace di in.dirizzare a più ordinate e moderne forme lo svolgimento della vita economica. . La questione è certame11te troppo complessa perchè, in pochi cenni, sia1 possibile dar piena ragione delle motivazioni e della realtà di questo nuovo corso·; ma no11sembra inutile esporre qualcuna delle con- . siderazioni che fanno seria111ente dubitare dell'effettiva novità ed utilità della strada intrapresa. Non è contestabile, in primo luog.o, che le ricordate iniziative di pianjficazione sono tali soltanto di nome, se alla parola piano si vuo1e attribuire q11el sig-nificato rigoroso che le è proprio nelle indagini economiche, sociologiche, giuridiche. La lunga polemica sul piano della scuola ed il dibattito parlamentare sul piano verde dovrebbero aver sufficiente1nente cl1iarito la reale portata di tali iniziative, nelle quali appunto non è dato ritrovare quasi nessuno degli elementi che dovrebbero giustificare la loro denominazione (quando si faccia, in p-arte, eccezione per le modalità della spesa, che impegna più di una annualità del bilancio). 11anca, infatti, ogni seria rilevazione delle necessità del settore oggetto· dell'i11tervento, rilevazio11e che costitt1isce il presupposto indispensabile per il raggiungin1ento di risultati apprezzabili (lo strabilia11te divario tra le previsioni contenute 11elpi_a110 della scuola e le previsioni relative al settore scolastico che emergono da una recente i11chiesta pubblicata dalla SVIMEZ, conferma in pieno tale considerazione); le erogazioni finanziarie, di consegt1enza, non ·assumono soltanto un carattere casuale e dis-prganico·, ma - avulse come sono da una qualsiasi prospettiva di svilup•po - si limitano ad accrescerne la rigidità e la capacità di resistenza· ad una vera riforma; infine, l'ina1deguatezza -degli strumenti legislativi predisposti, l'insufficienza degli organi amministrativi ordjnari e le contraddizioni di questi ultin1i con quelli straordinari (ove esistono), riducono gran·deme11te (quando non escludon.o del tutto) l'efficacia operativa dei provvedimenti considerati. I quali, in sostanza, si riducono a' mere cornici finanziarie, nelle quali può tro,1ar posto qt1alsiasi contenuto: pri\ 10, cioè, proprio di quelle capacità ordinatrici e di q11ella adere11za alle situazioni reali, di q11ella consapevole espressione dei fini perseguiti, in cui si fa consistere il vantaggio dell'intervento pianificato. Le commissioni messe al lavoro dal Ministro del Bilancio (il cosiddetto Comitato Papi, in primo· luogo) non forniscono, dal canto loro, materia per più ottimistiche co,nsiderazioni. Lasceremo da parte i rilievi a cui potrebbe indurre la -diffusa opinione che attrib11isce la nascita di questa iniziativa pure a ragioni di concorrenza tra notabili democristiani: ci limiteremo a ricordare che lo- stesso Ministro del Bi- , lancio ha dichiarato che f opera delle comll).issioni deve servire a predisporre una forma di pianificazio11e indicativa. Questa dichiarazione, · che legittima i sospetti di chi vedeva nell'iniziativa null'altro cl1e uno strumento idoneo a cancellare p11r gli ultimi segni del tipo di politica che avrebbe dovuto prender le mosse dallo schema Vanoni, ha suscitato vivaci reazioni pur in commentatori solitamente benevoli verso ogni atto ministeriale, e certo 110n in odore di socialismo. Tutto il fer68 Bibliotecaginobianco
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