Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

di n11ovi poli di svilt1ppo; e cl1i scrive è il primo ad at1gt1rarselo; ma sarebbe uu gravissimo errore, sia dal punto di vista economico che da quello sociale, assistere im_passibili al decadimento, almeno in termini relativi, della piana campana. Tanto più qt1an·do, come è stato recentemente dimostrato -da Galasso, su di essa si conce11tra l'emigrazione delle zone circostanti e si sviluppano nt1merose aziende private. 'di modeste dimensioni. D'altronde, non pe11siamo che l'IRI sia obbligato a tener co11to di criteri di cc socialità », né tanto meno a dar prova di spirito caritativo nei criteri di localizzazione delle ind u·strie. Dobbiamo però mettere in guardia contro un malinteso aziendalismo che ritiene gli investimenti nel Nord più produttivi di quelli attuati nel Mezzogior110, e che, in principal mo-do nel settore meccanico, è respo11sabile della dispersione di ma110 d'opera specializzata (per la cui preparazione pur si fanno tanti sforzi) e per la cc localizzazione » a Napoli di molti dirigenti di minor valore e di alcuni redditieri di sinecure politicl1e. Come l'IRI possa inserirsi nelle aree di sviluppo industriale in fase d'attuazione è altro rispetto da chiarire, e per nt1lla secondario, dato che le •decisioni dell'IRI sono suscettibili di rendere superati tt1tti .~li st11di urbanistici (come è avvenuto a Tara11to) e di cambiare l'intero volto economico di una provincia. È troppo chiedere -che Ministero delle Partecipazioni e Comitato dei Ministri faccia no ft1nzionare degli organismi di consultazione reciproca per confrontare i rispettivi programmi e valutare le scelte di ubicazione di singole aziende o di zo11e indust1iali? SANDRO PETRICCIONE Cronache delle istituzioni È divenuto orma'i così freque11te l't1so del termine piano per indicare provvedime11ti legislativi regolanti le materie più diverse, che potrebbe sembrar lecito a qualcuno ritenere i11giustificate o frutto di pregiudizio tutte quelle critiche all'organizzazione della nostra economia e della spesa pubblica che tendono a mostrare l'arretratezza· e l'irragionevole (o tro,pp-o ragionata) fedeltà a certi superati presupposti liberistici. E - a dire il vero - se si dovesse star contenti alla forza delle parole, non si potrebbe non convenire con questo rilievo, riconoscendo che c~rte furibonde polemiche sono ormai del passato e che della parola piano si fa ormai commercio corrente, senza nep·pur una di quelle reazioni che suscitava in altri tempi l'uso (assai più pudico) del termi11e programma. Infatti, sono stati o sono all' ordi11edel giorno il piano verde, il piano decennale per la scuola, il piano delle autostrade, i piani regionali e via dicendo: su tutto sovrastano le note iniziative del Mini-- stro del Bilancio, a cui le apparenze assegnerebbero il compito di risol67 Bibliotecaginobianco

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