Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

caso legata alla politica dei lavori pubblici ed alle s11eoscillazioni. I11oltre, l'ampliamento non deve rappresentare una mis11ra episodica, per venire incontro alla elevata ricl1iesta di acciaio in rapporto all'attuale capacità produttiva dell'industria siderurgica prima cl1e entri in funzione lo stabilimento di Taranto; non deve essere, cioè, soltanto una misura per far fro11te ad una situazio11e congiunturale .. Diciamo questo anche perchè 11011rassicura a tal riguardo neanche l'elevatezza dei capitali da investirsi, data l'attuale importanza dei processi di invecchiame11to tecnologico e la conseguente elevata velocità d'ammortamento degli impianti. · Ma, a 11ostro avviso, non è attraverso delle gara11zie dalla Finsider, e tanto me110 dall'Ilva, che si può otte11ere un.a contropartita adegl1ata per il sacrifizio di certe esigenze urbanistiche napoletane. Certamente ci sarà chi avrà l'impressione che quanto andiamo dicenclo relativamente a questo sacrificio sia viziato dal pessimismo e che molte città hanno accettato sacrifìzi anche più rilevanti nel corso del processo di industrializzazione. · Il nostro pessimismo, se così lo si vuol chiamare, 1Jarte, però, dalla constatazione cl1e ancl1e al momento della costr11zione di centrali idroelettriche nel Sud, negli anni venti, si accese l'illusione di poter mutare il volto dell'economia meridionale. Le centrali rimasero invece come delle isole nel mare della miseria meridionale. Siamo sicuri che gli intendimenti dell'IRI sono oggi diversi, ma dobbiamo sottolineare il fatto che la sola esiste11za di impianti siderurgici, non accompagnata da 11na generale politica d'industrializzazio11e) si trad11rrebbe a più o meno lu11ga scadenza in una delusione rispetto alle spera.nze alime11tate oggi (con grande giubilo della destra economica). _ Giu11giamo così al punto concl11sivo della questione: esiste da parte dell'IRI una politica delle localizzazioni? E quale è il progra1nma di intervento delle azien-de a partecipazione statale 11elNapoletano? Quali i suoi tempi d'attuazione? Allo stato non può darsi alc11na risposta che vada al di là delle , vaghe enunciazioni. Pure, se l'IRI non intende frazionare la sua azione nell'iniziativa indipendente e contrastante delle sue singole aziende, deve definire chiaramente il suo programma in rapporto alle scelte di t1bicazione. Altrimenti si corre il rischio che l'unico criterio divenga q11ello delle sollecitazioni dei gruppi locali, in maniera che le industrie vengano accaparrate da coloro che più sanno far valere le loro ragioni; ed in tale gara Napoli è certamente destinata a soccombere. Certo è che di t11tte le industrie di grandi dimensioni in fase di realizzazione nel Sud nessuna si trova nell'hinterland napoletano, nonostante sia questo l'unico territorio del 11ezzogiorno avente UI?-aveccl1ia tradizione di industrie di Stato ed insieme a Genova una delle d11ezone ove si raccoglieva il maggior numero -di indl1strie ,dell'IRI. Ora nessuno p11ò sostenere cl1e la distribuzione della industria nel Mezzogiorno non debba seguire vie diverse attraverso l'individuazione / 66 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==