quadro degli incrementi di produzione ed in attesa dell'entrata in fu11zione degli impianti di Taranto, dovrebbe inoltre essere installata a Bagnoli una nuova acciaieria ad ossigeno. Tutto ciò richiede maggiore spazio per lo stabilimento sfortunatamente situato nell'immediata periferia di Napoli ed in una -delle zone più decantate per bellezza naturale e per interesse storico. D'altra parte uno spostamento dello stabilimento, che richiederebbe il puro e semplice smantellamento di una sua partf, senza possibilità di rit1tilizzazione altrove, e l'arresto per lungo periodo dei processi produttivi, richiederebbe alla comunità nazionale sacrifizi che essa non è in grado di affrontare. Una richiesta del genere, d'altra parte, non potrebbe non portare ad un disorientamento della pubblica opinione in seno alla qt1ale, dopo sforzi di anni e non senza che voci autorevoli si levi110 a contrastarla, si va affermand.o il convincimento che solo attraverso una seria politica di in-dustrializzazione pt1Ò risolversi il problema del Mezzogiorno in ge11erale e di Napoli in particolare. Pure non si può affermare in alcun modo che l'ampliamento dell'Ilva costituisca, di per sè, una manifestazione rilevante delle nuove te11denze più favorevoli ad un intervento nel Sud che si vanno affermando nell'I R I dopo l'avvento del prof. Petrilli alla sua presidenza. Come si è prima accennato Bagnoli presenta troppi vantaggi di ubicazione (porto natt1rale, scalo ferroviario) perchè, anche senza perseguire alcuna politica in favore del Mezzogiorno, 110n si cerchi di valorizzarli. Del resto, l'area di mercato di uno stabilimento della potenzialità di qt1ello di Bagnoli non è limitata 11éad una provincia né ad una regione; e se vantaggi deriva110 dall'ampliamento, essi interessano l'intera comunità nazionale. D'altra parte, l'incremento di occupazione sarà limitato (nell'ordine delle centinaia di addetti); a11zi, se questo fosse il solo 1netro di giudizio, un impianto siderurgico che comporta i più alti valori del rapporto capitale/addetto (che è il prototipo dell'industria -capital intensive come dicono gli anglosassoni) non costituisce t1na spinta adeguata ai fini dell'indt1strializzazione~ Quanto ai sacrifizi che comporta il programma di ampliamento dell'Ilva di Bagnoli, essi ricadono solo st1lla città di Napoli, che avrebbe non solo una grande indt1stria siderurgica permanentemente installata nel suo tessuto urbano, ma anche i danni derivanti alle co1nunicazioni ed all'igiene pubblica. Ad alcuni di tali inconvenienti, però, può essere posto riparo con opportune misure. Come pure si può evitare ogni estensione dell'area dello stabilimento non giustificata da seri motivi tecnologici. In questo senso la ventilata. utilizzazione dell'isola di Nisida, prospiciente Bagnoli, quale area direzionale, sarebbe piuttosto indice di una mentalità da satrapi che da moderni dirigenti industriali. Ma è sotto l'aspetto produttivo che si pone la questione fondamen- ·tale: ci si deve augurare che la produzione di Bagnoli non venga limitata alle barre ner cemento armato, dato che essa rimarrebbe in tal ' 65 Bibliotecaginobianco
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