.. ' la scala maggiore alla quale la pia1iificazione si rivolge impongqp.o quindi che il tempo venga tenuto presente come fattore fondamenta!~.; il tempo del percorso dalle abitazioni ai luoghi di lavoro, alle scuole·, ai servizi e così via, deve influire direttamente sulla forma delle città - comprensorio, sulla rete delle comunicazioni, sulla correlazione ~egli elementi costitutivi :dell'organismo urbano. Risulta evidente ancora una volta• come l'unità urbanistica fondamentale sia il comprensorio, sede della unità urbana a scala territoriale, e non si possono pre11d~re prov- ·vedimenti né fare previsioni senza tenere conto del suo funzionamento. L'attività urbanistica rivolta a piccole unità, ai borghi, ai centri di servizio e così via, non può raggiungere risultati positivi se 110n è inqua- - drata in una organizzazione generale di tutto il territorio. .. Passando all'esame degli strumenti politici, si può rilevare che la legge per la montagna, che permette la costituzione delle Co1nunità montane, e la legge per le aree industriali hanno immesso nella nostra legislazione il concetto di comprensorio omogeneo come base dello sviluppo. Non vi è quindi nessu11a ragione percl1é, in futuro, tale strun1entazione non debba essere diffusa a tutto il territorio. Ciò permetterebbe tra l'altro, anche una diretta p.artecipazione alla pianificazione delle popolazioni interessate, attraverso i loro organi rappresentat~vi. Come organi-' operativi, gli Enti di Riforma hanno già una vasta esperienza in questo settore e quindi potrebbero opportunamente ampliare i propri compiti fino a divenire gli organi esect1tivi della pianificazione. Si concilierebbe in tal modo la pianificazione « orizzontale », per settori geografici, condotta dalle amministrazioni locali, co11la pianificazione cc verticale », condotta dagli organi esect1tivi in attuazione del piano nazionale e delle inizia ti ve settoriali. Si può quindi constatare, al mome1Tto attt1ale, cl1e in Italia esistono le premesse e buona parte degli strumenti per attuare la pianificazione a tutti i livelli: altri organismi, come l'UNRRA-CASAS, ad esempio, potrebbero funzionare come organi esecutivi nel settore ,dei servizi sociali e di tutte le strutture per la vita associata. D'altra parte notizie più recenti lasciano sperare in un prossimo funzionamento di un organo di programmazione a livello interministeriale. Resta soltanto la necessità ,di coordinare ed integrare, in un quadro organico, le varie -iniziative, dai vari piani settoriali ai piani di sviluppo, ai piani territoriali del Mi11istero .dei LL.PP. · Di fronte a qt1este esigenze e ·a queste prospettive; i compiti che spetteranno in futuro ai tecnici 'agrari sono inquadrati in un contesto ben più ampio di quello tradizionale. Nelle Facoltà di Agraria italiane si seguono piani e ordinamenti di studio che ricalcano ancora gli in·di-. rizzi -dati da Filippo Re o, nei casi più favorevoli, da Vittorio Niccoli. La preparazione dei tecnici agrari di fronte alla sempre più rapida .evoluzione ,della tecnica, e alla mutata sit1-.1azionenelle campagne, è quindi un problema-chiave per lo sviluppo della nostra agricoltura, che : ·non sarà possibile senza la creazione di u11amoderna schiera di cc quadri ». Questo argomento ha perciò avt1to nel Convegno di Bari una 59 • Bibliotecaginobianco
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