Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

equivoci, e a11cl1edi questo si è occupato l'ing. Giordani, defi11endo jl ruolo consequenziale dell'urbanistica rispetto all'economia, come co11- ('r~rtazione dello sviluppo economico nel territorio ed espressione fisica Jelle decisioni economiche. Dalla Conferenza dell'agricoltura, pur attraverso il gioco delle parti · in causa, è emersa, oltre alla conoscenza di un grave disagio, una cc co11vergenza » di coloro che guardano avanti con fredda ed onesta spregiudicatezza, non appesantiti da interessi o tatticis1ni precostituiti; convergenza che ha fatto giustizia delle lamentazioni del vecchio ruralismo, che ha riconosciuto indispensabile t1na integrale ed organica politica di svilu1Jpo generale e la pericolosità di ogni cc settorialità » particolarmente per l'agricoltt1ra. La conclusione dell'ing. Giordani è quindi che no11ci si può affidare ulteriormente al cc miracolo economico n e all'empirismo del cc caso per caso », ed è necessario propo;rre concrete solu- . . ZIOnI. Al punto attuale di sviluppo della società italiana, caratterizzata da crescenti sqt1ilibri fra settori economici e fra territori, scopo della programmazione è essenzialmente quello di consentire con la maggiore rapidità e le minori perdite possibili (pur sapendo che certe determinate fasi intermedie dovranno essere percorse per intero) il raggit1ngimento di un nuovo equilibrio strutturale. Nell'an1bito di questa impostazione generale il prof. Alberto Lacava l1a esaminato le soluzioni che si prospettano per i 1Jroblemi delle aree rurali. Il prof. Lacava ha perciò analizzato gli aspetti operativi connessi con la programmazione, e tra questi il tema dei livelli e quello del ruolo dell'iniziativa privata. È evidente cl1e ·le grandi scelte economiche si devono effettuare a scala nazionale, ma la precisazione degli interventi st1l territorio deve avvenire alla scala .di tina nuova unità sub-regionale - il comprensorio - che dai tecnici e dagli studiosi della pianificazione è stato ormai unanimemente defi11ito come la base dei piani. Le necessarie interazioni fra i due livelli saranno costituiti dalla Regione, anche per le specifiche attribuzioni previste dalla Costituzione. Un più approfondito esan1e degli strumenti operativi, tecnici e politici, per la pianificazione delle campagne, è stato fatto dall'ing. Marcello Fabbri. Scopo dei piani deve essere l'urbanizzazione delle campagne, cioè la diffusione nel ten·itorio dello standard ,di vita e di reddito caratteristici delle città e della economia industriale. A questo scopo occorre individuare i comprensori entro i quali possano vivere unità urba11e a scala territoriale. I metodi di definizione e di pianificazione• di tali comprensori richiedo110 una divisione di co1npiti fra urbanisti, economisti agrari e sociologi riuniti in organici gruppi di lavoro. Occorre soprat~ tutto impedire la formazione di aree periferiche, cioè di quelle frange urbano-rurali nelle quali l'organismo urbano, troppo .diluito sul territorio, non può agire con la sua organizzazione e con le sue interazioni sociali. Il fattore determinante della moderna orga11izzazione urbana è il te1npo, mentre il concetto di città quale ci è stato tramandato si fondava soltanto sull'organizzazione dello· spazio. Le maggiori dimensioni, 58 Bibliotecaginobianco

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