Il convegno nazionale di pianificazione rurale Ancl1e se fino a questo momento non è 11oto il documer1to conclusivo dei lavori della Conferenza Nazionale ,dell'Agricoltura, i rapporti riassuntivi -dei lavori e i resoconti delle discussioni ci permetto110 di fare un quadro abbastanza chiaro delle proposte di politica eco11omica scaturite -dalla Conferenza. Uno degli scopi del Convegno organizzato a Bari dall'Istituto Nazionale di Architettura, dalla Fiera del Levante e dall'Ente Riforma Puglia e Ll1cania è stato quindi qu.ello ,di individ11are e di esaminare gli str11menti necessari per attuare una politica economica che si proponga lo sviluppo dell'agricoltura nel. 11ostro Paese. Il Convegno rientra nella ormai lunga tradizione sia dell'INARCH, che con la sua Commissione per l'edilizia e l'urbanistica rurale va dibattendo da tempo i principali problemi delle 11ostre campagne, sia della Fiera del Levante, che ha sempre cercato di favorire e di promuovere il dibattito di idee-gt1ida per la creazione di un ambiente socio-economico moderno nel Mezzogiorno. Ciò è stato 111essoi11rilievo, nei discorsi d'apertura, dal Presidente della Fiera e dal senatore Battista, presidente dell'Istituto d'Arcl1itettura. La politica economica, nel settore dell'agricoltura, potrebbe anche divenire in fut11ro moderna e lungimirante, se si desse ascolto alle esigenze emerse dura11te la Conferenza Agricola. Resta però il fatto che in Italia 11011esistono, o esistono in minima parte gli strumenti idonei a. metterla in atto. Manca sopratt11tto il « costume >> di accettare i postulati di una cl1iara politica di sviluppo, con l'intenzione di tradurli seriamente in un coordinamento di opere e di iniziative. Secondo le parole dell'ing. Pier Luigi Giordani, cc le tesi degli economisti democratici vengono accettate dai politici come supporto della politica eco11omica, a qualificazione della stessa. Si pre11de a prestito spesso la cultl1ra in modo ,approssimato e senza convinzione, con la coscienza -del 110n impegno morale verso quella cultura economica democratica o cattolica, con la coscienza ossia che tutto andrà a vuoto senza turbare i gruppi di pressione ai quali spetta l'effettivo potere. È una storia strana, fatta di un attivismo politico-economico sove11te scombinato e del labile lucore dei fuochi d'artificio; l'accettazione teorica e la non accettazione effettiva della pratica programmatoria si rivela nello spontaneo uso della settorialità e nell'effettivo empirismo che sottende ed annulla ogni iniziativa di respiro (si pensi allo schema Vanoni, poi diventato Piano). I politici qµindi sembrano subire la qualificazio11e ideologica economica; se ne liberano peraltro con una pratica di sottint~si, di pudori, -di omissioni n. Crisi -di costume, quindi, da una parte, fra i politici che accettano la parola d'ordine della pianificazione soltanto co1ne slogan di n1oda; ma anche crisi di cultura. E qui il Giordani ha esaminato successivamente le incertezze dottrinarie manifestatesi -dal dopoguerra ad oggi nelle discipline urbanisticl1e, ed i suc~essivi equivoci: statistico, sociologico, economico. Da qui la necessità di sfrondare il campo -della tecnica dagli 57 Bibliotecaginobianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==