Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

lo svilt1ppo del Mezzogior110,"un centro per l'elaborazione di quelle linee di politica economica che hanno consentito e consentiranno meglio in futuro l'inserimento del Mezzogiorno nella civiltà mo-derna. A noi sembra che il merito principale -dell'élite altame11te qualificata che dal 1949 dirige l'Ente barese consista soprattutto in questo: nell'aver fatto della Fiera t1no strumento validissimo di azione meridionalistica. Quando la F'iera l1a riaperto i battenti, dopo la forzata interru-. zione della guerra e dell'immediato dopoguerra, a Bari hanno capito prima che altrove cl1e i tempi erano maturi per una politica nuova, di ampio respiro, cl1e consentisse di mettere finalmente in ca1nmino tutta la società meridionale, dopo la stasi secolare che ne aveva fatto una area -di sottosviluppo e di arretratezza civile; hanno capito che la Fiera, n.ella carenza pressocchè assoluta -di moderne istituzioni economiche e culturali, doveva in primo luogo trasformarsi essa stessa in strumento di sollecitazione delle iniziative economiche e culturali; hanno capito cl1e era vano proporsi di organizzare il mercato e di cercare di vitalizzare l'ambiente, se una politica nazionale adegt1ata ai nuovi tempi non avesse fornito in tempo utile l'occasione e la spinta per l'iniziativa meridionale. La Fiera, pertanto, doveva essere uno strume11to di pressione e di sollecitazione sui governi, un cer1tro di studi, un osservatorio insostituibile della realtà meridionale, un tramite tra il Mezzogior110 e l'Europa, perchè ormai gli spazi economici si valutano su dimensioni contine11tali e il futuro -del Mezzogiorno è strettamente legato all'inserime11to dell'Italia in un'area politica ed economica più vasta. Muovendo da queste premesse, i dirigenti della Fiera del Levante l1anno svolto coerentemente un'azione imperniata principalmente st1 tre direttive: st1lla necessità dell'inserimento del Mezzogiorno nell'economia europea; dell'immissione negli spazi della cc ca1npionaria n di espositori qualificati e del contatto tra questi ultimi e gli operatori economici meridionali; di un'azione tenace per l'ammodernamento e il potenziamento del retroterra naturale della Fiera. Per quanto riguarda il primo' pu11to occorreva sollecitare, sostenere, indirizzare in molti casi, la politica di liberalizzazione degli scambi, il Mercato comune, la ripresa dei contatti co11 i paesi più progrediti e · anche con quelli dell'area di sottosviluppo mediterra11eo. La Fiera è stata liberoscambista, quando nel Mezzogiorno la politica -di La ~1alfa incontrava sia le resistenze particolari degli interessi monopolistici e dei gruppi cl1e avevano vegetato all'o1nbra dell'autarcl1ia, cl1e la diffidenza .generica di un ambiente timoroso di affrontare i cieli aperti della competizione e del progresso. Per quanto riguarda il secondo punto la Fiera ormai è diventata una Fiera-guida, che orier1ta, seleziona, organizza gli in,contri, mette a contatto, in maniera non episodica, prodt1ttori e consumatori, secondo un piano, un programma, le necessità che vengono rilevate dallo stt1dio e dall'attenta valutazione della realtà meridionale i11via ,di evoluzione. Infine, ed è questa forse l'opera più meritoria, la Fiera promuove tutte quelle iniziatjve cl1e possono vitalizzare l'a1nbiente meridionale, che I 52 . Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==