Stupiscono, invece, riferimenti ad un ente che dovrebbe intraprendere un tipo d'azione finora mai- specificamente organizzata e svolta per il Mezzogiorno come ad un potenziale cc doppione ». Ma il punto più imIJortante è che da qualche parte si pensa di potersi accontentare di un . cc complemento » ad un cosiddetto sistema di incentivi e di strt1menti che, per l'inadeguatezza sia pur relativa dei risultati conseguiti, è causa di i11soddisfazioni ed impazienze in tutti: 11egli antagonisti più o meno dichiarati dell'industrializzazione, che reclamano a gran voce il cc ridimensionamento » di una politica, dei suoi obiettivi e dei suoi mezzi; nei meridionalisti pùù dedicati e convinti, che chiedono t1n'azione meglio programmata, coordinata ed organizzata; ed anche in taluni dei responsabili della politica, come è dimostrato dall'accavallarsi, sia· pur confuso ed episodico, di nuove iniziative ed incentivi o di proposte inerenti agli stessi. Non è certo una mera i11tegrazione, bensì un esteso ed i11cisivo rinnovamento della politica di industrializzazione e dei suoi strume11ti - di quelli esistenti come di quelli da· creare o ancora da inventare - che si impone 11el n1omento attuale. Ora, a me sembra che vi siano buoni motivi per rite11ere che la proposta creazione di un nuovo istituto possa offrire un'occasione unica e preziosa per porre in essere u11 ente in grado d~ costituire il punto di partenza prima, ed il fulcro in séguito, di quel rinnovamento. Si tratterebbe, cioè, di andare ben più in là della creazione di uno strt1mento per l'assistenza tecnica i11senso stretto - la quale dovrebbe sì rappresentare u11nuovo ed anche preminente campo d'azione, ma no11 l'unico possibile e desiderabile - per erigere un centro permanente di propulsione; organizzazione e progettazione di atti'uità ed interventi miranti all'industrializzazione del Mezzogiorno. Un breve sguardo retrospettivo alle deficie11ze di impostazione ~ di metodo delle trascorse politiche, t1na breve riconsiderazione delle esigenze generali di un processo di svilt1ppo industriale da attivare nel Sud e, quindi, di alcune tra le più evidenti lacune sostanziali di dette politiche, dovrebbero esser sufficienti ad illustrare la vastità e varietà delle possibilità di intervento tuttora aperte. Nello stesso tempo, mentre attestano della necessità di una cc centrale» dell'industrializzazione, capace di incoraggiare un'organica mobilitazione delle risorse e dei mezzi> altrettanto va'sti e varii, indispensabili per mettere a frutto quelle possibilità, sembrano suggerire - come cercherò di illustrare nelle pagine che seguo,110- le grandi linee di una appropriata orga11izzazione e finalizzazione di tale cc centrale » . 31 Bibliotecaginobianco Il '
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