Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

dizio11e dia t111immediato guadag110. È e può essere soltanto ciò che sentiamo il bisogno di dire, come individui liberi, e ciò che sentiamo il bisogno -di udire, da altri individui liberi. La comunicazione libera è per sua natura varia e un sistema democratico di comunicazione deve far posto a divergenze ed alternative di fo11do. Non è ammissibile che esso sia in mano a pochi che parlano a n1olti o ad un'élite di qualsiasi / sorta che parli alle masse. Le effettive differenze tra le persone, e in-· sieme il loro eguale diritto di parlare e di essere ascoltate, debbono essere la base teorica e pratica di un sistema democratico ». Se queste sono, come io credo, le caratteristicl1e di un sistema radio-televisivo democratico, va da sè che in esso le ricerche sociali avrebbero un orientamento radicalmente -diverso da quello delle attuali inda- , gini della Rai. Esse sarebbero sorrette da quella che Wright Mills ha ben defì11ito l' « immaginazione sociologica », la quale ci consente· di « percepire la storia e la biografia, ed .i loro rapporti entro la società ». Sarebbero ricerche sulle diversità come tali, e non in quanto riducibili a uniformità; ricerche sulle pressocché infinite minoranze di cui un qualsiasi pubblico è composto, e non ricerche dirette a cc costruire » una maggioranza. Sarebbero ricerche non su cc quanti » ascoltano, su cc come » ascoltano, su « che cosa » ascolta110 di ciò che gli viene imposto, ma su «. p.erchè » as~oltano e non ascoltano, e su cc cl1e c'osa vorrebbero ascoltare », e su che cosa loro stessi vorrebbero comunicare. E a questo punto dovrebbe naturalmente essere chiesta la collaborazione di sociologi veri e propri. Ma la Rai com'è oggi _ha tutto l'interesse a continuare per la strada delle indagini basate sui concetti di nt1mero e successo. Esse le assicurano una parvenza di democraticità; e una parvenza, allo stato delle cose, è più che st1fficiente. Il pubblico_ viene indotto a credere che le rilevazioni, i gruppi d'ascolto, gli indici -di gradimento siano tutti in funzione di un più aderente soddisfa cimento delle sue esigenze - il che sarebbe comprovato dai « successi » misurati a milioni e milioni di spettatori e ascoltatori - e finisce per immaginare tra sè e l'ente radio - televisivo un rapporto democratico che non esiste affatto. Questo è il primo risultato cl1e la Rai ottiene con la. cc convenzione statistica » abbinata alla cc convenzione -del successo ». Esso appartiene alla sfera delle public relations. In. secondo luogo, la Rai ottiene una solida base per le sue cc manipolazioni », cioè per l'attuazione dell'indirizzo ideologico-culturale -di cui s'è detto nella premessa. Una volta che sia stata fatta accettare la 27 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==