cl1e il problema .della scelta e dell'incasso. La doman,da di tempo per la pubblicità è sempre superiore all'offerta (su cui pesa anche una norma della convenzione ,del 1952, che vieta alla società conc_essionaria di dedicare alla pubblicità più del 5 per cento ,del tempo totale di trasmissione). Le ricercl1e della Rai non possono, dunque, esser considerate alla stregua di indagini di mercato. Tuttavia attraverso di esse la Rai l1a introdotto implicitamente nel nostro sistema i criteri del numero e del successo. Due criteri, se ci si riflette un istante, estranei a quel principio del servizio pubblico, nel senso di tutela della libertà di informazione e ,di manifestazione del pensiero e dell'arte, cl1e ,discende dalla giustificazione del monopolio data dalla Corte costituzionale nel 19·60. Ma l'interpolazione di quei due criteri non è casuale. Essi sono il frutto inevitabile della difformità del sistema attuale rispetto a quello deducibile, anche alla luce della sentenza della Corte, dalla Carta costituzionale. Ma quale sarebbe, ci si può chiedere, un sistema radio-televisivo democratico? Si può rispondere con le parole di un Rapporto che la rivista ,, New Left Review » l1a offerto recentemente alla riflessione del comitato d'inchiesta incaricato di proporre t1na soluzione per l'istitl1enda terza rete televisiva inglese. cc Una radio-televisione democratica - afferma il Rapporto - poggia su due semplici pr-incìpi: che ogni membro della società ha il diritto di scegliere da sè cl1e cosa legge, ascoltare o guardare; e che ogni membro della società ha il ,diritto di contribuire a ciò che viene comunicato ... Per quanto riguarda il diritto di ricevere, l'atteggiamento democratico esige la cessazione di tutte le forme di monopolio o di controllo su ciò che è disponibile in generale alla trasmissione. Per quanto riguarda 'il diritto di trasmettere, esige nei sistemi di comunicazione la creazione di forme che consentano effettivame11te ad ogni membro -della società, che desideri contribuire alle attività pubbliche ,di comunicazione, di farlo senza dover passare attraverso le barriere della ce11sura, della selezione pater11alistica o del calcolo commerciale. In una società moderna la gara11zia di questo diritto individuale pt1ò essere assicurata solo mediante la responsabilità pubblica collettiva. Solo quando il sistema -di comunicazione agisce per la società nel suo complesso (piuttosto che nell'interesse di una minora11za egemonica, di t1n gru1Jpo paternalistico o di interessi com1nerciali) si può considerare ,del tutto raggiunta in qt1esto campo la democrazia. Il criterio non è ciò che dobb-iamo udire o dire nè ciò che sarebbe bene per noi t1dire o dire, nè ciò la ct1i audizione o 26 _ Bibliotec~ginobianco
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