è generalme11te piaciuta. Qt1ando tocca il· quara11ta, o un indice i11feriore, i responsabili dei programmi interpretano il -dato come un invito a modificare la trasmissione, o a sostitt1irla con un'altra. Alla base del lavoro del Servizio Opinioni, e soprattutto nella mente di chi deve leggere e interpretare i risultati, c'è il numero 73. È la media .di tutti gli indici di gradimento ottent1ti dalle trasmissioni italiane nel corso di un anno. La cc linea equatoriale » che discrimina le trasmissioni di successo dalle altre non è dunque per i responsabili della Rai a quota 50 o 51, ma a quota 73. Questi e altri sistemi - come l'i11tervista telefonica, usata nelle gran-di città - sono· stati tutti tratti dall'esperienza degli enti radio-televisivi americani e inglesi, che si applicano a tali ricerche -da molti a11ni. Non interessa qui entrare in una discussione metodologica. È sufficiente ricordare - oltre ai limiti ge11erici del metodo campionario, riconosciuti ormai dalla maggior parte degli studiosi - la limitata utilità del questionario nei sondaggi d'opinione quando si tratti di ottenere un giudizio o una scelta intorno ad oggetti non materiali. 111tal caso la risposta è condizionata non solo dalla gamma di scelta offerta, ma a11che dalle impressioni dell'intervistato sull'intervistatore, e viceversa, dal momento in cui vie11e compiuta l'intervista, dal pregiu,dizio semantico dell'intervistato, dalla tendenza a dare risposte cc corrette » per conformismo o per cortesia verso l'ente intervistante, eccetera. Altrettanto evidenti sono i limiti del pu11teggio per ottenere l'indice di gradimento (la BBC lo impiega da t1n pezzo, ma questa non sarebbe da sola una buona ragione per adottarlo): è un metodo che spinge alla st1perficialità, e che anzi rende sospette tutte le risposte. Interessa invece porsi una domanda di fondo: a che cosa mirano queste ricerche? Si potrebbe rispon,dere, a tutta prima, che esse mirano a quello a cui mirano tutte le ricerche di mercato. Ma questa sarebbe una spiegazione valida se il nostro sistema radio-televisivo fosse un sistema di tipo concorrenziale all'americana, basato sullo sponsoring. In q11elcaso l'ampiezza del pubblico, e il gradimento con cui viene accolto un progran1ma, sono elementi vitali per lo sponsor e per il network. Tutto il sistema è basato sul numero e sul cc successo ». Ma il nostro sistema non è concorrenziale, nè è. basato sullo sponsoring. La Rai, è vero, trae le sue entrate anche dalla pubblicità. Tuttavia questa non costituisce un problema. Una fetta sempre maggiore del budget pubblicitario n~zionale affluisce alla Rai, e, date le condizioni di monopolio in cui questa esercita la sua attività, l'ente non ha 25 Bibliotecaginobianco
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