Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

cietà opulenta » che deve assoggettarsi, perciò, ad alcuni sacrifici per salvare e diffondere i valori in cui crede e sulla cui base la sua stessa civiltà è stata edificata. È necessario, perciò, tra l'altro, accettare un aumento della tassazione diretta e della tassazione sui consumi, al fine di potenziare i servizi pubblici a spese dei consumi pr1vati. Ne I grandi problemi Galbraith s1 riallaccia a questa considerazione centrale dell' Affluent Society, riprendendo il discorso sulla vitalità e la spontaneità di cui debbono dar prova le società lìbere nell'elaborare nuovi programmi, sulla necessità di non indulgere alla nostalgia del passato e di non lasciarsi abbagliare da miti creati dai cc persuasori» più o meno « occulti », di non rifugiarsi nella pigrizia soddisfatta dell'uomo agiato, adagiandosi su abitudini tradizionali e su impostazioni politiche meccanican1ente ripetute, ma ormai da vario tempo inadeguate. La polemica è condotta col caratteristico stile agHe e pungente che contraddistingue l'Autore ed è condotta con la spregiudicata franchezza e passione che sono le doti più positive del cosiddetto gruppo dell' Academia, alle cui idee si ispira anche il Presidente Kennedy. Preso nel complesso, il libro si divide in tre parti. La prima tratta delle questioni politico-economiche di grande attualità: i termini della competizione tra America e Russia e fra Occidente e Oriente in generale; la· soverchiante importanza del capitale intellettuale e 'l'invecchiamento dei nostri strumenti per conservarlo; l'alienazione della nostra società economica dall'arte e dall'estetica, e le importanti conseguenze di questo fatto; la vecchia, troppo vecchia questione dell'inflazione. La maggior parte di questi temi Galbraith li ha già trattati nel suo citato The Affluent Societu. Questa prima parte inizia con la discussione sulla strategia della competizione pacifica, indubbiamente uno dei temi più importanti del nostro tempo : « Esiste ormai una crescente consapevolezza delle nuove diinensioni distruttive delle armi moderne ... Persino i cattedratici della strategia globale ... vanno, ci sembra, perdendo il loro entusiasmo per l'annientamento universale» (p. 15). Perciò si pretende di solito che l'alternativa alla competizione militare deve essere la competizione economica, che, nell' immagine comune, equivale a una gara produttiva. Ma, in realtà, credere che la nostra competizione con i sovietici consista nell'affrontare la loro sfida produttiva sarebbe un errore madornale: cc I russi vogliono di più perchè noi abbiamo di più. Nla dobbiamo chiederci perchè noi vogliamo di più. Ci deve essere una ragione migliore del semplice cercare di mantenersi in testa » (p. 18). lnf atti, una crescita puramente quantitativa· della nostra attrezzatura industriale non può aggiungere nulla di essenziale alla nostra forza militare ed al nostro prestigio nel mondo. I russi hanno concentrato i loro sforzi nel settore scientifico-militare e nella missilistica in particolare: gli sputnik ed i vostok costituiscono la vetrina sovietica nel mondo, testimoniano la vitalità, il vigore ed il dinamismo culturale di una importante di1nensione della società sovietica. Ma gli Stati Uniti e il mondo occidentale non debbono commettere l'errore di limitare la propria attenzione all' esplorazione spaziale, il che equivarrebbe a limitasi ad una parte sola della competizione ed a quella parte poi in cui si va piuttosto male. Quello che bisogna fare è di correggere i punti deboli, e conoscere e rafforzare i punti di forza dell'Occidente per sp(?stare in questa direzione il fronte della competizione col mondo orientale. · E per far ciò bisogna abbandonare la 126 Bibliotecaginobianco I I I

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