Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

JoHN KENNETH GALBRAITH, I grandi problemi, Comunità, Milano 1960. L,e ultime elezioni presidenziali negli S.U. hanno rappresentato l'occasione per una aperta presa di co'scienza della crisi che oggi l'Occidente attraversa. La crisi è grave per lo 1neno quanto quelle dei periodi della 1 a e della 2a guerra mondiale ed è tale da richiedere una vera e propria rivoluzione economica per fronteggiarla. Kennedy, in definitiva, è proprio questo che chiede al suo popolo ed a tutti i popoli dell'Occidente: convincersi che occorre risvegliarsi dal torpore cui ha portato quella che Newton Mjnow chiama la « ' terra perduta ' degli schermi televisivi» . « Il bisogno di grandi azioni politiche - ha scritto recentemente Adlai Stevenson __. è più urgente di quanto sia mai stato in passato. Ovunque volgiamo lo sguardo, ci troviamo di fronte ad una crisi profonda, la cui soluzione richiede grandezza »; richiede grandezza e soprattutto vitalità: poichè « mai ~a storia è stata fatta o mutata con la condiscendenza e i comodi. Al contrario, la storia viene fatta contro di essi, e a loro spese » . Alla discussione dei grandi temi di questo nuovo programma richiesto dalla strategia della competizione pacifica - unica forma di competizione che a questo mondo si concilia con la sopravvivenza della civiltà - ha apportato un contributo di rilievo JoHN ·KENNETH GALBRAITH, uno di quelli che Leo J. , Wollemberg ha definito su questa stessa rivista « I profeti di Kennedy », con un .RECENSIONI volume di saggi (I grandi problemi, Comunità, Milano 19~0; titolo o,riginale: The liberal hour) che trattano argomenti su cui nessuno può dirsi del tutto sicuro. Nel suo precedente best seller (The Affluent Society; Edizione italiana: Economia e benessere, Comunità, Milano 1959) Galbraith aveva notato che in nessun altro ca1r1po, co1ne in quello econon1ico, si è visto - con altrettanta evidenza e pericolosità - fino a che punto « i più potenti fra gli interessi costituiti siano quelli della mente ». Ed aveva parlatò della tendenza a soggiacere alla cosiddetta « clausola intellettuale del nonno », per la quale non hanno pieno diritto di cittadinanza quelle idee, quei concetti e quelle esperienze che non abbiano un'anzianità superiore a due generazioni. Aveva poi esan1inato in particolare il problema della ripartizione fra investimenti privati ed investimenti pubblici da cui dipende l'equilibrata ripartizione delle risorse nazionali tra consu1ni privati e servizi pubblici. I p1incipi tradizionali della saggezza convenzionale - condivisi aperta1nente dall' Amministrazione Eisenhower - hanno portato sinora a glorificare soprattutto la produzione dei beni di consumo. C'osì è. stato possibile alla Russia sopravanzare gli Stati Uniti in certi settori militari, tecnici e scientifici, solo perchè gli Stati Uniti non hanno concentrato una parte sufficiente dei loro investimenti nel settore pubblico, in quel settore appunto in cui la sfida sovietica è stata sferrata con tempestiva e minacciosa decisione. Quella occidentale è, orn1a1, una « so125 Bi,bliotecaginobianco ,

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