Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

beni nazionali e che aveva inteso perfettamente che la divisione della proprietà fondiaria era un fatto più. vecchio della Rivoluzione e che, comunque, i compratori di terra erano già per la maggior parte proprietari, sì che, se la proprietà aveva cambiato mani, il numero dei proprietari era aumentato meno di quanto si pensasse di solito; Tocqueville, che per primo aveva compreso tutto ciò, fu anche il primo a comprendere la fondamentale carica di estremismo rivoluzionario implicita nell'isolamento dei contadini, nella durezza della loro condizione. Anche qui, pertanto, si doveva verificare a.d un diverso livello quella medesima frizione che si verificava per l'incontro tra nobiltà e borghesia; ed anche questa frizione, come la precedente, avrebbe pesato sullo sviluppo della società nata dalla Rivoluzione e ne avrebbe alterato la crescita naturale e l'armonico sviluppo. · La Grande Rivoluzione era stata, dunque, una rivoluzione politica e sociale: cc quando la si separa da tutti gli accidenti che hanno momentaneamente mutato la sua fisionomia in momenti diversi ed in differenti paesi, per considerarla soltanto in se stessa, si vede chiaramente che questa rivoluzione ha avuto per effetto di sopprimere quelle istituzioni che durante parecchi secoli avevano ,dominato senza contestazioni presso la maggior parte dei popoli europei, e a cui di solito si dà il nome di istituzioni feudali, per sostituire ad esse un assetto sociale e politico più uniforme e più semplice, fondato sull'uguaglianza delle condizioni ;>. L'odio violento ed inestinguibile per la disuguaglianza era stato, dunque, la passione dominante della rivoluzione; ma accanto ad esso, non meno forte pur se più nuovo, l'amore della libertà. Tocqueville 110nha dimenticato, non nega, non può negare, la grande carica liberatrice dell'era rivoluzionaria, l'entusiasmo rigeneratore degli 11omini maschi e fieri cl1e ne erano stati i protagonisti. V'era stato un « momento d'una grandezza senza uguali nella storia », quando la passione dell'uguaglianza e l'amore della libertà s'erano incontrati e confusi e riscaldati l'un raltro, ed avevano infiammato il cuore della Francia di un universalismo liberatore. Tocqueville ha sentito in mo-do fortissimo questo fatto, e si può averne chiara nozione attraverso gli appunti e gli abbozzi per i successivi volumi che solo qualche anno fa sono stati pubblicati. . Ed è proprio una tale consapevolezza che lo differenzia radicalmente - dai critici conservatori della Rivoluzione e lo pone ad un livello affatto diverso: « il carattere generale - scriverà ad esempio di Burke - l'universalità, la portata finale della Rivoluzione, gli sfuggono completa- .mente. Egli resta come sepolto nel vecchio mondo, sotto la coltre in123 Bibliotecaginobianco I

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