Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

per il viaggio); e in caso positivo si tratta di poter accertare quarite e quali siano le cc st1perfici liberate dalle migrazioni nei comprensori di esuberanza demografica », nelle varie zone di cc latifondo contadino », cioè, e -di accertare quante e quali superfici saranno presumibilmente liberate nei prossi1ni anni. Da questo accertamento sarà agevole dedurre · poi fino a che punto sia già possibile, e magari urgente, avviare interve11ti pubblici per asseco11dare e accelerare un processo di riordinamento fondiario, con procedure semplici ed efficaci ai fini di una maggiore produttività. Nelle zone di cc latifondo contadino » l'intervento pubblico dovrebbe dunque a1ticolarsi in due tempi: in u11aprima fase, accertamento delle varie situazioni e delle possibilità che si sono create o che si possono creare; in una secon-da fase, immecliatamente successiva, riordinamento fondiario (e qui sarebbe di grande utilità poter aggit1ngere, alle superfici che si sono rese disponibili per le partenze dei conta,dini, quelle superfici di proprietà parassitaria piccolo-borghese - nelle quali predomina il contratto di affitto e che sono le meno idonee ad affrontare problemi di trasformazione fondiaria - che è auspicabile siano vendute e che lo Stato deve incoraggiare a ven,dere). Per la prima fase, utile strumento d'intervento è s_enz'altro l'INEA, che, a quanto ci risulta, ha già iniziato certi suoi accertamenti in Abruzzo relativamente ai problemi che ci interessano. Occorre, però, fornirgli i mezzi perchè ppssa estendere l'area -dei suoi accertamenti, affinarne i metodi, accelerarne i tempi. Per la seconda fase l'esperienza acquisita degli Enti di riforma fondiaria in Puglia, Basilicata e Calabria (ma a che punto siamo con la crisi dell'Ente Sila?) è tale che si consiglia di non ricorrere alla creazione di nuovi strumenti, ma di affidare i compiti relativi al riordinamento fondiario nelle zone di cc latifondo conta,dino » proprio agli Enti di riforma, anche se le dette zone sono fuori -del perimetro dei grandi comprensori su cui si esercita la loro compete11za. E a questo punto, naturalmente, è lecito domandarsi se i tempi di attuazione del cc piano verde », e le modalità stesse di qt1esto piano, oltre i fini che esso si propone, siano stati coordinati e siano coordinabili con i tempi indicati p~r una efficace articolazione dell'intervento pubblico nelle zone di « latifondo contadino » allo scopo di avviare il processo di riordinamento fondiario e l'indispensabile assistenza tecnica per una migliore scelta degli ordinamenti colturali, scelta cl1e del rior,dinamento fondiario è un aspetto fondamentale. 10 I Bibliotecaginobianco

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