Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

devo sperare ancora nella costituzione nel nostro paese di un governo regolare, forte e liberale insieme ... Nel 1789, nel 1815, nel 1830 anche, si è potuto sperare che la società francese avesse una di quelle malattie violente, do1Jo le quali la salute del corpo sociale diventa più vigorosa e più duratura. Ma non vediamo oggi che si tratta, invece, di un male cronico, la cui causa è più profonda, di un male che, sia pure in modo i11termittente, sarà più durevole di quanto non avessimo immaginato? ... Non vediamo oggi che il nostro destino è di oscillare a lungo tra dispotismo e libertà? ». È profondamente sbagliato credere (come pure ha fatto qualche studioso in verità assai partigiano) che quello di Tocqt1eville in quest_a congiu11tura fosse il pessimismo -del conservatore illuminato, che vede crollarsi intorno il suo mondo. Al contrario, comme11ta11do concll1sivamente, nei Sou-cenirs, la vicenda delle giornate -di febbraio, egli si era posto una questione fondamentale del pensiero politico -di ogni tempo e aveva mostrato ancora una volta una lucidità ed una capacità -di apertura sull'avvenire appe11a credibili in un uomo del suo tempo ma affatto coere11ti con tt1tta la sua impostazione mentale e· con là st1a filosofia della libertà con1e forza· morale. cc Resterà - si era cl1iesto - il socialismo seppellito dal disprezzo che copre così giustamente i socialisti del '48? Faccio questa domanda se11za dare alcuna risposta. Non dubito che a lunga scadenza le leggi costitutive della 11ostra società saranno profondamente modificate. Esse so110 già assai_ mutate in molte loro parti principali: _ma si potrà arrivare al punto di clistruggerle completamente, e di metterne altre al loro posto? Tutto ciq mi sembra impraticabile; e t11ttavia non aggiungo nulla di più. Perchè, qua11do più approfondisco lo studio del vecchio assetto del mondo e quando più penetro nei dettagli del suo assetto attuale, quando più considero la .diversità prodigiosa che si può constatare non solo tra le leggi ma tra i principi delle leggi e quando più co11sidero le forme diverse che ha prese e che ha oggi, checchè si dica, il diritto di proprietà, sono tentato di credere che ciò che noi chia1nia1no le istituzioni necessarie non sono spesso null'altro cl1e gli istituti ai quali siamo abituati; e che, in materia di assetto sociale, il campo del pos~ibile è ben più vasto di quel cl1e gli uomini cl1e vivono in ogni società siano soliti immaginare )). Tocqueville, insomma, sentiva cl1e le giornate ,di luglio no11 avevano risolto il problema, che il paese- continuava ad essere scosso da un'inquietudine profonda, e non vedeva, intorno, luce di speranza. Nel luglio '48, quan·do scriveva a Stoffels le righe a1nare che abbiamo ricor113 Bibliotecaginobianco '

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