Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

\ giorno in cui la Rivoluzione francese aveva avuto inizio, e tuttavia non · si poteva ancora dire che essa fosse terminata. E a mano a mano che il tempo trascorreva, che gli stessi uomini si ostinavano a commettere gli stessi errori, Tocqueville sentiva avvicinarsi la tempesta: quella singolare sonnolenza, ch'egli aveva notato tra il '30 ed il '40 come segno di malattia piuttosto che di salute, mostrava, finalmente, la sua vera natura: il paese era percorso da una nuova inqt1ietudine, scosso da fremiti di febbre; la protesta dei diseredati diventava più forte e rumorosa, alimentata dalle ideologie socialiste che si diffondevano con estrema rapidità. cc Il sentimento che, a quel che so, spinge una grande massa di uomini a voler uscire dall'immobilità, mi sembra troppo forte perchè non debba riuscire a creare una situazione nt1ova », scriveva Tocqueville a Beaumont il 28 ottobre 1846. E un a11110dopo, in un manif~sto, egli precisava profeticame11te qt1ale sarebbe stata la nuova situazione: cc ben presto la lotta politica si impegnerà tra i posside11ti e i poveri; il grande campo di battaglia sarà la 1Jrop1ietà e i principali co11trasti politici verteranno sulle modifìcl1e più o meno profonde da apportare al regime della proprietà ... Come si può credere che sia per un caso, per ' un passeggero capriccio dello spirito umano, che si vedono apparire da tutte le parti queste dottrine singolari, cl1e l1anno nomi diversi, ma cl1e hanno come caratteristica principale la negazione della proprietà? ». Il 27 gennaio 1848 Tocqueville pronunciò alla Camera dei Deputati il discorso famoso nel quale affer1nava che la maggioranza era addormentata sull'orlo di un vulca110, ed esortava il governo ad introdurre riforme politiche e sociali ed a mt1tare lo s1Jirito della sua politica. Qt1este affermazioni, ricorda l'autore nei Souvenirs, furono accolte dalle risate insultanti degli avversari e dalle scettiche congratulazioni degli amici: pure, meno di t1n mese dopo la Rivoluzione spazzava via la Monarchia di Luglio. La rivoluzione doveva esservi, era logico cl1e ci fosse: perchè certi errori producono certe conseguenze, perchè in Francia la marcia inarrestabile della democrazia era avviata da più di mezzo secolo e non si poteva nè fre11arla nè arrestarla, ma solo indirizzarla nel suo percorso. cc Il vizio della Carta del 1830 - scriveva Tocqueville a Grate nel maggio '48 - e i vizi assai più gravi ancora di coloro che l'hanno applicata esigevano una prof onda riforma. La nazione non poteva più respirare in questa chiusa atmosfera di aristocrazia borghese e bottegaia, nella quale egoismo e corruzione erano pari al difetto di intelligenza ». Salvo , che questa rivoluzione, sopravvenuta nel febbraio, aveva completamente 111 • ' Bibliotecaginobianco ·

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