Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

vano che rafforzare le potenzialità rivoluzio11arie. -La salvezza poteva venire solo da un terzo partito, che foss1 e capace di cc usare in altro modo le istituzioni » e di compiere quel certo numero di riforme che garantissero una graduale attuazione del regime democratico. Era il pro·- gramma di cui Odilon Barrot gli scriveva nell'ottobre 1842: « la /conservazione delle istituzioni e lo sviluppo della nostra democrazia: questa duplice esigenza della nostra società è ancora allo stato di istinto presso le masse, e no11è nè ben formulato nè ben rappresentato da una forza politica. Noi saremo fortissimi il gior110 in cui, fatte tutte le esperienze, sarà riconosciuto che solo il nostro partito, con la sua dottrina, può tentare di soddisfare questo duplice bisogno di conservazione monarchica e di organizzazione democratica ... Bisogna riflettere seriamente sul problema, forse insolubile, dell'organizzazione di una -democrazia pura nel1' ambito di una monarchia costituzionale ». Tocqueville tentò, dal canto st10, ogni mezzo per realizzare un tale programma; e all'attività parlamentare u11ìl'azione attraverso la stampa, mettendo a repentaglio la sua fortuna economica, tutt'altro che rilevante, per rilanciare un giornale, cc Le Commerce » e farne il polo di attrazione della nuova forza politica. Ma anche quest'impresa fallì: cc ho fatto tutto ciò che era nelle possibilità umane per creare i11questo paese un giornale che rappresentasse ciò cl1e credevo e credo ancora essere lo· spirito autentico della Rivoluzione francese », scriveva malinconicamente a Corne riel novembre 1845 a s11ggello dell'amara esperienza. Queste amarezze, t1nitamente ad un profondo senso di frustrazione psicologica per non essere riuscito ad emergere come avrebbe voluto tra uomini che sentiva assai inferiori a sè, accrescevano quel gusto dell'isolamento che si è notato e approfondivano il sentimento di delusione chè già i primi mesi di attività parlamentare gli avevano fatto conoscere. « La vita politica - scriveva al fratello il 24 agosto 1842 - l1a, anche nei suoi godime11ti e quin-di a maggior ragione nelle sue numerose miserie, una sorta di aridità disperante, che respinge vivamente l'anima verso le gioi.e del cuore e i piaceri della vita privata ». E qualche mese dopo, i11una lettera a Beaumont ancora inedita, lamentava: cc non c'è uomo che possa lottare con successo contro l'apatia, l'indifferenza, lo scoraggiamento di un'intera g-enerazione ». Pure, ciò che turbava profondamente Tocqueville non erano tarito le sue personali amarezze, le sue inquietudini ed inso-ddisfazioni, quanto la consapevolezza che il paese era avviato su una china scivolosa verso un oscuro destino. Già 11el '40 aveva notato cl1e erano -trascorsi più -di cinquant'anni dal 110 8ibliotecaginobianco \

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