Nord e Sud - anno - VIII - n. 22 - ottobre 1961

nere u1nano, ed ha predisposto gli uomini, secondo le razze cui appartengono, a non avere talt1ni sentimenti e qualità e pensieri e regole di condotta, cl1e essi co11oscono senza potere .acquistare; tutto ciò è poco rilevante dal punto di vista dal qt1ale mi pongo ... Entrambe le teorie, infatti, concludono ad un grandissimo restri11gimento, se non alla soppressione totale della libertà umana ». Il dissenso tra i due uomini verteva, come la mente acuta di Tocqueville aveva colto d't1n tratto solo, sui primi principi: da una parte v'era una filosofia deterministica, che aveva segnate una volta per tutte le leggi dello sviluppo e della decadenza della specie umana, che aveva già scritta tutta la storia dell'uomo senza più lasciare a questo alcu11a occasione di condizionare il proprio destino, e consentendogli soltanto di tessere gli orditi che altri aveva disegnato per lui; e dall'altra parte, invece, v'era una filosofia della libertà che poneva l'uomo al centro dell'universo, artefice del suo destino, che non riconosceva limitazioni alla dignità ed alla capacità di perfezionamento degli uomini, e che, anzi, questa libertà e dignità e capacità di perfezionamento voleva promt1overe, una filosofia ·della libertà come f.orza suscitatrice di energie morali, di virtù maschie e nobili, suscitatrice di vita storica e di civiltà. Tra noi, dirà Tocqueville a Gobineau in u11a' ltra occasione, c'è un t1niverso intellettuale che ci separa ! 4. La carriera politica cli Tocqueville. Tocqueville fu eletto deputato per l'arrondissemerit di Valognes il 2 marzo 1839; ma già circa due anni prima aveva fatto· atto di candidatura 11ello stesso 1istretto elettorale; ma già negli anni della maturazione egli sentiva nel profondo che la sua autentica vo-cazione era quella politica. È 1't1omopolitico che bisogna creare in noi, aveva scritto, come si ricorderà, già nel '28, all'amico Beaumont. E sempre, durante il viaggio in America come durante la preparazione della sua grande opera, la stia mente era volt~ alla Francia, ai problemi francesi, alla questione della creazione, nella sua patria, di uno stabile assetto sociale e politico. E appunto la meditazione sulla situazione francese, non già guardata attraverso gli occhiali affumicati dell'ottimismo del ceto dirigente allora al potere, ma cons,iderata spregiudicatamente con la filosofia di un liberale di una specie nuova, appunto questa riflessione alimentava la sua impazienza di mescolarsi ·alla lotta politic~, per far ascoltare la sua voce e tentare di far valere le sue ragioni. cc In questo momento - scriveva al fratello il 13 giugno 1837, e dunque sei mesi innanzi l'insuccesso 105 Bibliotecaginobianco I •

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