• un nostalgico dei ceti aristocratici che erano, per così dire, l'espressione sociale di quelle istituzioni me.desime. Ciò che interessa al nostro autore è stabilire con rigore storiografico il processo di formazione dei modern·i regimi assolutistici; ed egli vede esattamente che, soprattùtto sul continente europeo, l'esperienza romanistica ha fornito un punto d'appoggio formidabile all'alleanza tra il potere monarchico e la borghesia nascente, che congiuravano insieme per stritolare le vecchie aristocrazie, le quali rappresentava110 pur· sempre una trincea contro l'assolutismo. Tocqueville, lettore assidt10 di Montesquieu, aveva trovato appunto nell'Esprit des Lois l'ultima eco della grande polemica tra germanisti e romanisti, che per più di due secoli, dalla Franco-Gallia di Hoitman, aveva diviso gli studiosi delle antiche istituzioni nazionali. Pure egli non va oltre il punto che si è di sopra accennato: il suo scritto del 1836 sullo stato sociale e politico della Francia alla vigilia del 1789, preparato per la cc London and Westminster Review » è u11a' nalisi dell'attività spiegata dalla monarchia assoluta francese per svuotare l'aristocrazia, ed insieme del suicidio che l'aristocrazia medesima aveva compiuto, isolandosi di sua volontà dal resto del paese, rinunciando ad ogni potere politico e conservan-do solo quei privilegi che la re11devano odiosa alle ·altre classi. L'assolutismo - tale è la ricostruzione che Tocqueville fa, a grandi linee, del processo storico dell'età moderna: e si deve avvertire che qui vi sono idee che egli abbandonerà più tardi nel grande libro su L'A~- cien Régime et la Révolution - l'assolutismo svuota le aristocrazie ed opera un livellamento sostanziale : qt1ando il monarca non sarà più, come ancora esclamava Enrico IV, il primo gentiluomo del regno, ma il sovrano assoluto per diritto divino, al di sotto di lui non vi saranno che sudditi, più o meno ricchi, più o meno privilegiati, ma pur sempre · su-dditi, e cioè una massa di uomini tutti uguali nel rapporto col sovrano. E quando, poi, 'la Grande Rivoluzione avrà decapitato il Vecchio Regime, sopprimendo la monarchia di diritto divino, ed avrà aboliti i privilegi e le distinzioni sociali, la società francese sarà già 11na società potenzialmente democratica, su cui il dispotismo napoleonico eleverà la macchina, mirabile .a vedere, del centralismo generatore di servitù. Il regime dispotico che insidiava tutte le società democratiche era ancor più temibile ìn Francia: bisognava, pertanto, correre ai ripari e c_reare, per così dire, le infrastrutture della libertà, per consentire al B.ume tempestoso della democrazia livellatrice di scorrere pacifico e benefico, invece che rovinoso. E credo che si debba ricordare a questo punto che tra il 1835 ed 99 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==