si dovrebbe anche rite11ere cl1e oggi questi problemi sono più facilmente risolvibili di ql).anto 110nlo fassero ieri, e che quindi proprio questo è il 1nomento dell'intervento pl1bblico$ __ , Giova aggiungere che altre realtà meridionali - quelle alberate a cultura intensiva che pure presentano aspetti di congestione demografica (la Campania felix o la Terra di Bari), per esempio, o la cc polpa » recentemente liberata dalla malaria e intorno alla quale ha operato la riforma agraria - pure sono zo11e di partenza delle migrazioni. Ma i loro problemi non sono così direttamente connessi alle migrazioni - al salasso - come quelli del « latifondo contadino » e delle cc città contadine », le quali, del resto, si trovano proprio disseminate nella parte pugliese della « polpa » di cui dicevamo e anche altrove; ~nde parlando di esse, si parla in fondo delle varie zone, e realtà, in Clli esse si sono formate. Se « latifondo contadino » e cc città contadine » sono la realtà meridionali più direttamente interessate dalle migrazioni, e costituiscono le principali « zone di fuga », volgiamo dunque la nostra attenzione prima sull'uno e poi sulle altre. Prendiamo naturalmente le mosse dalla definizione· di cc latifondo contadino » che fl1 data da Rossi Daria a Bari nel 1945, in una relazione tenuta al convegno di studi sui problemi del Mezzogiorno organizzato dal Partito .d'Azione. Fl1 quella l'occasione in cui fu lanciata la formula del « latifondo contadino », la cc realtà agricola più vasta e caratteristica del Mezzogiorno », -della quale fanno parte cc tutte le terre interne, montane e collinari ». Qui, diceva Rossi Daria a qt1el convegno, « il contadino è un uomo alla continua ricerca di terra; dove e come , la trova, la coltiva, mette11do così insieme un certo numero di appezzamenti diversi e staccati, di proprietà sua e di altri, un anno questi e un altro altri parte attorno al paese, nella corona intensiva, parte in valle, perchè sian terre più frescl1e, parte al monte, perchè, se la stagione va diversamente, producono meglio, parte altrove, perchè solo altrove riesce a trovarne ». Di qui la -dispersione e la precarietà delle imprese contadine, di qt1i la messa a cultura di terre che non hanno cc vocazione colturale », di qui la estrema polverizzazione fon-diaria, il min.ifund di cui parlava il povero Scotellaro. Ma sono tutti fenomeni, questi, nei confronti dei quali le partenze degli ultimi dieci anni devono avere esercitato un'influenza rilevante, nel senso di recare un certo sollievo alle zone del cc latifondo contadino », se non addirittura nel senso di 8 Bibliotecaginobianco
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