Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

Mi li1nito a queste ovvie considerazioni perchè voglio subit(> arrivare ad alcune conclusioni. Se questo è vero, infatti, è chiaro che il problema si sposta. Con felice intuito la Presidenza 1 della Conferenza l ha. indicato come tema conclusiv·o dei lavori di ogni commissione il _problema dei piani di sviluppo. La questione può essere evidentemente formulata sotto un duplice aspetto nel seguente modo: I) come porre i problemi dell'agricoltura nel quadro del piano generale di sviluppo della economia, che il nostro, come gli a1tri paesi, deve ormai chiaramente formulare e realizzare (se avete letto gli ultimi numeri dell' « Economist », avrete visto co-me il problema si sia posto e la Commissione per il piano di sviluppo si sia già costituita in un paese di a11tica tradizione liberale come l'Inghilterra, 11elquale le organizzazio11i industriali son·o state fino all'ultimo osti11atamente liberiste; 2) come debbono formularsi e realizzarsi per l'agricoltura i piani di settore e i piani di zona, con particolare riguardo alle strutture. Accettata questa impostazione evidentemente ci si deve chiedere che cosa debba essere il piano, come debba funzionare. Diciamolo francamente: tutti i valori essenziali ai quali tenia1no - indipendenza, libertà, democrazia, uguaglianza sociale - tutto quello cui ciascuno di noi tiene di più, ormai è chiaro che si otterrà o non si otterrà, non a seconda che si realizzi un tipo di economia o t1n altro, ma a seco11da del modo in cui i piani di sviluppo e la politica· econo-mica che è dietro ai piani si concretizzano. La lotta non è più, perciò, sul tipo di economia, come in passato, ma sui caratteri e gli indirizzi del piano. Su questo argomento non voglio dire altro, anche perchè, a quel che ho detto, potrei aggiungere ben poco. Anche io ho- tutt'altr·o che idee chiare in testa à questo riguardo; ci penso, ci pensiamo tutti, e c'è da augurarsi che la Conferenza rappresenti l'inizio di un periodo di riflessione su questi temi. Ritengo, tuttavia, che in quanto è stato detto nella Conferenza ci sia già implicita un'ossatura di pensiero, un orientamento, un disegno; e mi auguro che tutto ciò trovi nella realizzazione finale della Conferenza una prima sostanziale espressione, tale da sollecitare ulteriori contributi ed approfondimenti da parte di studiosi, di organizzatori, di tt1tti, così che il Parlamento ed il Governo siano in grado di lavorare 11egli anni prossimi su una documentazione sempre più ricca e precisa nell'analisi dei problemi e delle possibili soluzio-ni. A questo punto vorrei trarre, tuttavia, altre conclusioni. Affermare che siamo entrati nella fase di una economia regolata da un piano di 93 Bibliotecaginobianco )

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