tenuto sufficientemente conto. Perchè, clurique, riort selezionare certi paesi, r'India, la Nigeria, il Brasile, per ese1npio? Perch,è non cortsiderare il « decollo » dei paesi selezionati come una priorità, per fare di essi, come ha scritto René Vermont su « Le Monde », del 7 agosto, cc popoli piloti » ed cc esempi viventi », capaci poi cli trasci·nare dietro di sè altri paesi, oggi situati a stadi più bassi di crescenza economica? È possibile, dunque, impegnare ·tutta la sinistra democratica italiana, ed europea, nella ricerca, auspicata d'a Giovanni Ferrara, di cc ciò che è vivo e ciò che è morto in quinclic-i anni di storia italiana, europea, occidentale ed orientale ». Riteniamo clie si può fare in questo senso un significativo passo· avanti quando si decidesse di discutere quelli che, a nostro giudizio, sono, temi di convergenza; tanto più che spesso essi sono interpretati da U'na parte o dall'altra in base a pregiudizi e a luoghi comuni polemici. Una politica estera cc di ampio e lungo respiro » 1ion può non essere imperniata oggi ariche sull'europeismo· e sugli aiuti ai paesi sottosviluppati; e, naturalmente, 1ion può non terier conto anche dei rapporti fra Est e Ovest e della nuova crisi di questi rapporti, della quale, appunto, ron. "f.1alagodi vorrebbe avvalersi per erigere nuovi sbarramenti nei confronti dell'apertura a, sinistra. Ma, a questo proposito, socialdemocatici, repubblicani, radicali, sinistre democristiane - clella cui fedeltà alla politica atlantica non, è lecito dubitare, nè da p1 arte dell' on. Malagodi, nè da parte di altri - no1i d_evo1iofare nulla di più e nulla di meno rispetto al P.S.I. di ciò che fa r amministrazione Kennedy rispetto ai paesi neutrali: è stato ampiamente dimostrato, infatti, come oggi sia cambiata la politica americana da questo punto· di vista; come essa, da chiusa che era con, Dulles, sia, diventata aperta con Kennecly e gli intellettuali di Harvard clie sono intorno al nuovo· Presidente; come la svolta intervenuta abbia già conse1itito agli Stati Uniti di segnare alcuni punti ali attivo malgrado Cuba e malgrado le difficoltà che la Francia ha creato alla diplomazia keririediana, costringendola, nei dibattiti alle Nazioni Unite specialmente, ad assumere posizioni difficili, se non addirittura impopolari. Se poi il P.S.I. dovesse propendere per posizioni neutralistiche di tipo, tendenzioso come quelle suggerite da Veccliietti e dai suoi compagni di corrente, cui sembra talvolta indulgere r on. Lombardi più per spregiudicato tatticismo che per meditata convi1izione politica; o se si dovesse lasciare attrarre dagli slittamenti in seriso riazionalistico dei laburisti (difesa a oltranza della sovranità nazionale perch~ siano lasciate aperte tutte le possibilità di una politica, nazio1iale, di nazionalizzazio1ii ), allora un:a, ltra occasione 7 Bibliotecagino.bianco
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