Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

.. iri una p·o.Ziticad'i diffidenza classista, se non adqirit_tura di ostilità nazionalista, nei confronti del frutto 1nigliore della politica dei partiti de1nocristiani del dopoguerra europeo: i européismo. E se questi sono, a nostro· giudizio·, i tre punti intorno· ai quali può essere individuata e delimitata, previa a·deguata disciissione, un'area di convergenza fra le posizioni che Giovanni Ferrara qualificava rispetti- · vamente come « occidentalismo saragattiano » e cc neutralismo neriniano », due sorio; i punti che co•ricernono· la politica di aiuti ai paesi sottosviluppati e intorno ai quali, senza neanche ricorrere a un cc piccolo salto di un piccolo fossatò· », tittta la sinistra clemocralica pitò ritrovarsi d'accordo·. Il prim,o· è quello della multilateralità clegli aiuti: se ne è p·arlato, in questa rivista a proposito del v-iaggio in America latina del Presidente della Repubblica (nel fascicolo di giugno) e a proposito delle « revisioni occidentali » ( nel fascicolo di luglio). Si è detto, cioè, che quando· gli aiuti vengono somministrati bilateralmente, da un paese svilupp~to a u1i paese sottosvilup,pato, il secondo essendo per lo più urta ex colonia del primo, essi sono viziati da propositi nazionalistici _o affaristici e costituiscorto·, specialme·nte per quanto coricerrie l' Africq,, itn incentivo alla. temuta cc balcanizzazione », a quella dei paesi ch;e aiutano e a quella dei paesi aiutati; e che, se, invece, gli aiuti venissero somministrati multilateralmente, 1nediante appositi organismi e in bas~ a piani di interesse sovranazionale, essi ris!,Jlterebbero assai più efficaci, dal punto di vista politico non meno clie dal punto di vista'"economico. L'altro punto clie rig,uarda la politica di aiuti ai paesi sottosviluppati è quello della selettività, criterio che è stato sempre seguito dall'Unione Sovietica e cui anche gli Stati Uniti cerca1io ora di uniformarsi (come nel caso dell' « Alleanza per il progresso » ). È stata ampiamente dimostrata (dali eco·nomista americano· A. Lewis, per esempio) l~inefficacia degli aiuti che sono so1nministrati senza condizioni relative all' imp-iego giudizioso· di essi. Tali condizioni possono consistere nelr attuazione di una riforma agraria e nella f o•rmulazione di persuasivi programmi di sviluppo; e comunque si tratta di essere garantiti dal p-ericolo che classi dirigenti inette e reazionarie vadano dilapidando gli aiuti in opere di prestigio o· nelle proprie, particolari, iniziative affaristiche. N o·n è detto che una politica di aiuti ai paesi « in via di sviluppo· », o le cui co-ndiziorii politiclie lasciano sperare in, un inoltramento su - questa «. via », se bas{!ta sui criteri non solo della multilateralità, ma anche della selettività, non possa avere lo stesso· successo della politica cli a.iuti all'Europa, (piano Marshall), della cui lezione no·n si è forse 6 , Bibliotecaginobianco

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