Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

.... ,. ...................................... •··················-··········-···· ..................... -. . .............. - ···--- .. ..... .... _ .. - . . .... _. - ....... - _................................................................ . . ...... -. _...................................... , ................... . lt''io' ........................... _.. .............................................................. - ..................... - - guerra, dietro il suo senso astorico della dignità contrapposta alla paura; e quei pachi hanno riscosso proteste dure quanto psicologicamente giustificabili. Toccando Hemingway, toccavano, infatti, un momento della storia dell'antifascismo intellettuale italiano. Giorgio Bassani conferma, p. es., sull' cc Espress•o », l'accezione non decadente che tanti, insieme a lui, hanno accolto di quel sentimento del coraggio fisico così ca'ro ad Hemingway e chiave indispensabile per aprire il meccanismo psicologico di tanti suoi personaggi: cc Nel 1937 - scrive - quando lessi per la prima v•olta Farewell to tlie arms, tutti qui in Italia avevamo paura; specialmente gli i11tellettuali e 'pour cause' ... quel mito (del cora·ggio fisico) non mi parve allora qualcosa di cui avessi il diritto di sorridere. Siccome 110buona memoria, non ne sorrido nemmen•o oggi, in tempi molto me110 duri e pericolosi ». E non v'è duh.bio che nessuno ha il diritto di sorridere di un coraggio, sia pure portato a sommo ideale di vita, cl1e ha saputo ridestare molte speranze individuali in un periodo in cui le viltà e le oppressioni n·on si contavano. Ma, al di là delle prime, sommarie ed a11che un po' superficiali identificazioni del contenuto di Hemingway con le vicende della- sua esistenza - si tratti di giornalismo, di cor1ida o della st1a stessa morte - qual' è veramente il senso della sua opera di scrittore, quale l'ideale di vita' che l'l1a sottesa, quale il ritratto del mondo e degli uomini che egli ci consegna? « Spoglia di speranze - scrive Michele Rago sull' « Unità » - e di slanci trascendentali, più proclive al godimento sensuale dei fatti vissuti ma sempre temperata da un ideale di forza e di resistenza che fa pensare allo stoicismo o che sconfina· nel nichilismo, questa visione fu definita metempirica, situata obiettivame11te fra esperienza e mito dell'esperienza ». Solo una visione simile può spiegare, qui11di, l'amore per la corrida vista nella sua « dialettica' di creazione e di distruzione che fa da contraltare alla perdita di tanti altri valori ». U11a visione .. quindi, tipica di uno spirito che, nell'ansia di ribellione sente l'ombra' del « nada y pues nada », l'ombra della morte. La morte: sul particolare sentime11to che di essa ebbe Hemingway si ferma, intenta, la fatica critica di molti: << • • • si era' liberato - scrive ancora Ennio Capecelatro sul « Paese » - dell'incubo che lo perseguitava trasformando la morte in un fatto estetico ... Tutta la sua vita·, in fondo, è stata una ricerca della morte »; e Ceno Pampaloni, spingendo con acutezza il bisturi all'interno della trama spirituale apparentemente elementare dello scrittore an1ericano, spiega come sembri di « ritrovarvi la freschezza di valori primitivi e intensi, rascl1iata via la crosta delle ipocrisie sociali ... e poi si scopre che quei valori tro·vavano la loro verità soltanto nella disperazione cl1e nascondevano, in una mistica segreta, in una provvisoria rivincita contro la morte ». Ma allora l'autenticità dello scrittore nasce dal cuore stesso di un m•ondo mistificato; ed è forse per questo che i suoi eroi cc coprono con il possesso vitale la paura della solitudine, con l'orgoglioso controllo della vita, l'ombra della morte ». 73 Bibl'iotecaginobianco

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