Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

« France Observateur » in Francia no11 hanno saputo difendersi molto meglio dalla prepotenza·, anche post mortem, di un mit{) tra i primi e i più « tipici » del nostro tempo. D'altra parte la stessa morte così improvvisa, terribile e sibillina sembra fatta apposta per confermare l'ide1Ttità tra Hemingway e le creature uscite dalla sua' fantasia. Su questo punto sono tutti d'accordo: dall' cc Unità » al cc Paese », al « Popolo » ai gra11di rotocalchi. cc La sua morte somiglia perfino troppo a uno dei suoi racco1Tti » scrivb Ceno Pampaloni su « Epoca », ed Ennio Capecelatro, sul cc Paese », incalza affermando cl1e « ... le circostanze della sua morte s0110 di una log·ica allucina11te. Chi altri poteva essere vittima di un banale incidente se non chi per tutta la' vita ha vissuto con l'incubo della morte fino a inventarsi malattie, a11sie, tormenti e fuggire disperato da una sponda all'altra del mondo, come l'inquieto Lord Jim di C-onrad alla ricerca di una spiaggia rassere11ante? ». Arnaldo Bocelli, con parole diverse, accetta praticamente questa impostazione quando dichiara che « ... in fondo la sua vita, i suoi successi, la sua energia trio11fante so110state solo , qualità preparatrici dello stoicismo con cui l1a affrontato il momento supremo ». E Alberto Mo11dadori, quasi sulla stessa linea: « ... È morto davvero come uno dei suoi personaggi ». Attratti e in1pressio11ati dal « con1e >> He1ningvva y è morto, alcuni credono di poter spiegare ancl1e il cc perchè ». Giorgio Bassani intuisce proprio nella concezione « tragica, pessimistica, totalmente laica >> che Hemingway ebbe della vita e vede quella fi11e co1ne degna di « un perso11aggio cli Sl1akespeare >>. Gian Gaspare Napolitano tenta una spiegazione diversa : << U11 uomo come lui non poteva più vivere, sano omalato che fosse. Non c'era più niente da fare per lui in un mondo come questo. Di uno dei suoi personaggi, il meno riuscito, il colon11ello Cantwell di Al di là del fiume e tra gli alberi, lo scrittore dice che aveva fatto l'esperienza clell'angoscia e clel dolore ma non era mai stato triste la mattina. Forse, da qualcl1e tempo, Hemingway si svegliava con la bocca amara·. Apriva gli occhi su u11mondo cl1e non gli piaceva più... e 11edistoglieva lo sguardo con fastidio ... ». È u11'ipotesi, come si vede, assai più decadente che eroica e prelude a quella cl1e avanza Moravia nel suo secondo articolo sull' « Espresso » : « Hemingway certamente non si uccise percl1è il 1Jersonaggio cl1e aveva fatto tanto per creare, una volta che la vecchiaia batteva alle porte e l'azione non era ormai più possibile e la potenza creativa si era dileguata, doveva uccidersi; co11 ogni probabilità si uccise percl1è ' era ' ormai qt1el personaggio, cioè non era più capace di distinguere tra se stesso e il personaggio » . Così la giustapposizione è perfetta e non solo nella vita di Hemingway, ma nell'idea cl1e di lui hanno coloro cl1e ne tracciano_ jl profilo postumo. Non è quindi azzardato affermare cl1e episodi come la fine dell'autore di Death in, tlie afternoon, s-ono cartine di tornaso1e, utili per scoprire i miti segreti, gli ideali .non sempre confessati, di una cospicua parte del mondo letterario e culturale italiano. Perchè non c'è dubbio Bibliotecaginobi.anco I I '

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==