Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

può e deve essere delimitata con maggiore chiarezza cli quanto, non sia stato fatto finora. Ma è forse opporluno, se si vuole irtdividuare quest'area, non prendere le mosse dai rapporti fra Est e Ovest; è dai problemi della politica, europeista e della politica di aiuti ai paesi sottosviluppati che giova magari partire per trovare più agevolmente, come lia scritto Giovanni Ferrara sul « Manelo » clell'8 agosto, « una definizione nuova dell'occidentalismo ». I • Quando si facesse ciò, considerando anzitutto i pro·blemi della politica europeista, ci si renderebbe conto fra l'altro, clie no,n si tratta soltanto di preferire (come vanno ripetendo semplicisticamente molti scrittori della sinistra democratica) la posizione di Mac Millan a quella di Adenauer rispetto alla questione di Berlino, ma anche e soprattutto di accertare: l) fino· a che punto il compromesso che si vuole o si deve concludere per Berlirto può ulteriormente « balcanizzare » l'Europa e farla precipitare in una situazione simile a quella. dell' entre deux guerres, co11u, na Francia esposta ai putchs dei pr_etoriani di Algeri più di quanto non lo sia già oggi e con u1ia Germariia non più, o se1npre meno, integrata nell'Occideente e nell'Europa (come è nella. linea del diffamato Adenauer) e sempre più spregiudicatamente impegriata (come è nella linea non solo dei riazionalisti e dei militaristi di antico stampo·, 1na anche degli amici liberali e liberisti dell' on. Malagodi) in una sua p,olitica nazionale (esplicitamente revanscista, o tipo Rapallo, a seconda delle circostanze); 2) fino a che purito e come si deve impedire che l'adesione della Gran Bretagna al MEC, nel momerito stesso, in cui conferma che la via del MEC può portare lontano, e può essere la via I giusta per il superamento della grande crisi di organizzazione politica dell'Europa, si risolva nella trasformazione, e quindi nello svuotamento, del MEC in una più grande EFT A, onde la « grande » Europa cui sì va inco,ntro,, potrebbe essere, come sembra temere pure « Le Monde », , meno: europea della « piccola » Europa di oggi; 3) come i socialisti italiani, che tanto ammirano Crossmann e tanto hanno in spregio Mollet, po,ssono evitare di cadere nelli)inganno di ritenere più avanzate, se non altro rispetto ai proble1ni europei, le p-osizioni del primo, nazionalistiche (un recente articolo, ripubblicato dal cc Giorno », e nel quale Crossmann commentava l'adesione della Gran Bretagna al MEC, è venuto come una triste conferma di questo, slittamento dei laburisti di sinistra in senso nazionalistico), mentre la SFIO, p·er quanti peccati nazionalisti abbia sulla coscienza, almeno non ha commesso quello di far degenerare la fedeltà a vecchi e polverosi dogmi del socialismo· ottocentesco 5 Bibliotecaginobianco

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