········••··········-················· .. ·· •· · ········ ... ···"·· ....................................................... ................. . ..... ...................... . .. ............ , ..................................... , ............................ , ...... , .......................... .. ,y,y"•-... • ...... ,.,,...... •............ •1t"'"• ... , ............. ~........ .. ..... ., ...... ,...,., "~• •...., ........ .,..•., .... , ... _.w•1vv••'"'•" ... , ........... , • della volo11tà 1Jopolare, cioè dal Parla.mento. Nessuno, infatti, può seri amente sostenere che il Parlamento non abbia il diritto di formare un a commissione di inchiesta sulla mafia, per il motivo che la lotta e la r epressione del banditismo sarebbero compiti esclusivi della polizia e della magistratt1ra, le qt1ali non ammetterebbero interferenza di sor ta 11elloro operato. Qui ci sembra che il senatore Zotta abbia confuso un po' le lingue e le carte; e col pretesto di difendere l'indipendenza del la magistratura, abbia voluto introdt1rre un principio nuovo dal punto di vista della prassi di un regime veramente democratico, il principio :in base al quàle al Parlamento non spetterebbe alcun diritto di intervent o qt1ando la sua azione dovesse venire a incontrarsi, i11un modo o ne ll'altro, con gli altri poteri. L'asst1rdo di t1na simile concezione è sta ta messa in luce, nell'aprile scorso, qua11do la relazione Zotta ft1 resa pu bbHca, da cc La Voce Repubblicana »; e no11è il caso che qui se ne parli ancora; ma abbiamo voluto accennarne perchè i democratici cristia ni valutino a quali conseguenze possono portare un malinteso spirito di partito e certe strane concezioni costituzionali degli esponenti del la destra. Non vorremmo, infatti, che rigettando l'inchiesta si decida anch e implicitamente circa la sfera su cui il Parlamento l1a competenza. L'inchiesta sulla mafia deve dunqt1e farsi; per restituire prestigio al Parlamento, 1Jer ristabilire quella colJaborazione tra gli istituti rappre - sentativi P. gli altri organi dello Stato cl1e fu la forza e il vanto dell'Italia liberale nei suoi momenti migliori; per non deludere, infine, le aspetta - tive dei siciliani cl1e con la lotta senza quartiere alla mafia possono sp erare di avere finalmente le dighe e le altre cose nuove a cui hanno diritto. N. d. R. Bibliotecari, professori e coscienza sindacale Il 28 giugno scorso, co11temporaneamente ad altre categorie di dipendenti del Ministero della Pubblica Istruzione (funzionari e impi egati del Ministero vero e proprio, Provveditorati, Antichità e Belle Arti), so110scesi in sciopero i dipendenti delle Biblioteche statali. Come qua si sempre avviene nelle categorie che si articolano in gruppi di divers o livello gerarchico e con- diverse funzioni, la motivazione dello scioper o non è stata unica; _epoicl1é i dipendenti ·delle biblioteche non sono organizzati in un sindacato u11itario, ma parte sono iscritti a sindaca ti diversi affiliati alle principali confederazioni nazionali, parte si appog - giano a comitati di « difesa » o di cc agitazione » sorti negli ultimi tempi per tutelare i loro interessi, parte infine non aderiscono ad alcun organismo di categoria, sono apparsi s11lla stampa nazionale comunicati di diverso tenore, appunto perché no-n preventivamente concordati tra i vari gruppi, ciascuno dei quali ha giustificato lo scioper•o con i moti vi esclt1sivi del gruppo stesso. Comunque il motivo prossimo va cercat o nei disegni ,di legge in corso di esame dinanzi alla Camera dei Depu - 66 Bibliotecaginobianco
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