Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

guriamo il più presto possibile - in aula, perchè i democristiani devono francamente riconoscere che le tesi di Zotta sono insostenibili: specialmente dopo i fatti di Partinico. Il _senatore Zotta, infatti, non ha potuto negare che un problema della mafia esiste, e che· è grave, malgrado egli abbia poi tentato di minimizzarlo, contraddicendosi apertamente, quando ha aggiunto ché esso riguarda soltanto quattro province siciliane, e perciò interessa una parte esigua della popolazione: benchè limitato a quattro province soltanto il fenomeno non cessa per questo di essere una vergogna nazionale, tanto più che ~sso ha alterato tutto il normale svolgimento della vita sociale, politica ed economica delle quattro province in questione, i cui abitanti hanno il diritto di pretendere che lo Stato li liberi dal peso e dall'infamia della delinquenza organizzata che detta legge in tt1tti i campi, e limita pertanto l'esercizio della libertà dei cittadini (anche in America Kefauver in-dagava sulla minoranza organizzata dedita al gangsterismo in alcune grandi città, non su tutti i cittadini americani, e nemmeno su tutti gli Stati dell'Unione). Ma ha negato, il senatore Zotta, cl1e sia opportuna una inchiesta; ora questa è una opinione di cui speriamo che il Senato non voglia tenere conto; perchè è in contrasto con quanto hanno spesso affermato autorevoli esponenti della Democrazia cristiana; è in -contrastQ soprattutto con le tradizioni migliori del nostro paese, il quale nei momenti di recrudescenza di certe malattie del nostro corpo sociale non ha esitato altre volte a far ricorso allo strumento dell'indagine parlamentare; è in contrasto con la prassi più seria seguita dai grandj paesi democratici, i qt1~li vogliono conoscere e sapere e indagare prima di legiferare, e non esitano a,d indagare sul funzionamento di tutti gli organi dello Stato, specie quando si ha il sospetto che la responsabilità di certe disft1nzioni deve farsi risalire a particolari co11dizioni dell'ambiente; è in contrasto infine con i veri interessi dei siciliani, i quali, nella loro stragrande maggioranza, come invocano cl1e si faccia tutto ciò che è possibile per eliminare dall'isola la piaga della mafia, così desiderano che nessun velo pietoso si stenda a coprire una situazione ormai insostenibile, che può essere corretta efficacemente solo se viene portata in piena luce e affidata al controllo della pubblica opinione. Ci auguriamo, infine, che il Senato, ma prima ancora i senatori democristìani, dimostrino l'i11consistenza della motivazione di incostituzionalità che una inchiesta del genere di quella proposta comporterebbe secondo il senatore Zotta, tesi che la maggioranza della commissione ha ritenuto per buona. Qui non è il caso di entrare in disputa giuridica con il senatore lucano, consigliere di Stato per giunta ed ex ministro per la riforma burocratica in uno dei tanti gabinetti degli ultimi anni. Forse un uomo -di destra, ·come Zotta, membro del Consiglio di Stato, va soggetto, senza che se ne accorga, ad una forma di deformazione professionale; a forza di difendere dal suo alto ufficio il senso dello Stato egli finisce per considerare lo Stato soltanto quelli che sono alcuni dei suoi organi, e per ritenere questi organi intangibili e insindacabili proprio da quel potere -dello. Stato che è espressione dell~ sovranità e 65 Bibliotecaginobianco

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