Nord e Sud - anno VIII - n. 21 - settembre 1961

di chiarimento venivano invece fin dalle prime giornate -di lavoro della Conferenza, quan-do i settori della destra agraria, arro·ccati sulle po5izioni della Confagricoltura, rimanevano praticamente assenti dalla discussio11e su tutti i problemi fondamentali come l'esodo rurale, le proprietà fon-diarie, le dimensioni dell'azienda agraria, il costo dei prodotti industriali e dei servizi, l'organizzazione •del mercato anche in relazione alle conseguenze della politica di integrazione economica nell'ambito della CEE. Questo vuoto a destra, come è ovvio, non era assoluto, perché cercavano di coprirlo le pretese anacronistiche ed insostenibili della immutabilità dell'assetto della proprietà e dei rapporti di produzione; della vitalità, economicità e modernità di forme ,di conduzione che sono invece in via di dissolvimento patologico in ogni paese _europeo; della intangibilità di misure protezionistiche e di sostegni artificiosi dei prezzi; della improbabilità di tutte quelle misure di cui si sostanzia t1na moderna politica di programmazione economica, con l'intervento dello Stato in funzione coordinatrice dell'attività privata ed in sostituzione ,di essa ove sia carente. In siffatte condizioni non si apriva il dialogo, a11che nella forma di scontro di tesi opposte, com'era lecito aspettarsi, fra destra economica e sinistra sindacale; 1na il dibattito si sviluppava tra il blocco delle organizzazioni sindacali di sinistra, Alleanza dei Contadini, Confedera- ' zione Generale del Lavoro, Lega delle Cooperative, e forze sindacali di centro-sinistra, CISL, UIL, cooperative democratiche, cui si affiancava quella che è stata definita la cc terza forza » della Conferenza, cioè i rappresentanti e gli esperti degli organismi ed enti impegnati in una politica di sviluppo delle strutture agrarie. E-d in verità, proprio l'apporto di_uomini come Morlino, Gallone, Ramadoro, cui bisogna aggiungere la parte più progredita e la migliore del mondo accademico e della burocrazia, ha rappresentato l'elemento di saldatura della moderna dottrina e dell'esperienza ormai pluriennale degli organismi di sviluppo, con l'esperienza e le esigenze delle organizzazio11i dei lavoratori che ne sono le naturali sostenitrici e beneficiarie. Il dialogo tra le .due impostazioni, in sostanza tra le posizioni dei comunisti - cui i socialisti hanno fatto eco fino alle battt1te finali della Conferenza e cioè fino al discorso problematico e in una certa misura chiarificatore dell'on. Foa - e le posizioni della sinistra laica e cattolica, enucleava alcun-e premess·e valide per chiunque ammetta la necessità di una pianificazione economica. Intanto, si rilevava che una politica per l'agricoltura ha valore solo nel quadro di una politica nazionale di 36 Bibliotecaginobianco •

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